Galassi e il City all’italiana: «Inter, peccato. Palermo? Per potenziale di sviluppo viene subito dopo le squadre che abbiamo a New York e in Brasile»

L’edizione odierna di “QS” riporta un’interessante intervista ad Alberto Galassi del City Group, il quale si è espresso su vari temi che riguardano la Galassia City tra le quali anche sul Palermo.

Ecco qualche estratto:

I soldi, d’accordo. Ma è un fatto che, solo per stare alle ultime sessioni di mercato, top club come PSG, Chelsea e Manchester United abbiano speso più del City. «Il nostro è un modello che privilegia competenza, cultura, organizzazione».

Metti un italiano a Manchester. Alberto Galassi, emiliano cinquantottenne, fa parte del Board del City dal 2012. Amministratore delegato di Ferretti Group, milanista alla nascita, forse vivrà un po’ come un Derby l’euro finale di Istanbul. «Da tifoso ho visto dal vivo tre finali dei rossoneri, nel 2003, nel 2005 e nel 2007. Stavolta l’Inter ha fatto un bellissimo percorso e merita solo complimenti – sospira Galassi –. Sarà una grande sfida».

Molti però pensano che non ci sia partita, tutti i pronostici dicono City e così sia. «Aspetti un attimo. Noi stiamo giocando un calcio stellare, il match con il Real è stato fantastico ma…»

Niente ma, erano anni e anni che non si vedeva una squadra giocare così bene. «Grazie per l’elogio però in gara secca tutto può accadere. Mi conforta sapere che i nostri campioni ne sono consapevo li».

Scusi Galassi, ma lei come ci è finito, nel cuore del Manchester City? «Ah, è una storia che viene da lontano».

Beh, raccontiamola. «Più o meno all’alba del millennio per ragioni di lavoro ho conosciuto Khaldoon Al Mubarak, oggi presidente del club. Tra noi si è creato un rapporto fraterno. Poi il fondo sovrano di Abu Dhabi entrò nell’azionariato della Ferrari…»

E cosa c’entra il Cavallino? «Aspetti che arrivo. Nella mia vita ho avuto la fortuna di innamorarmi di Antonella Ferrari, la figlia di Piero. E ad Abu Dhabi è nato il primo parco tematico dedicato alle Rosse».

Che tipo è il presidente del City? «Umanamente l’ho già detto, è un amico vero. Nel contesto strettamente calcistico, credenel valore della organizzazione»

Fa parte del progetto anche avere acquisito il controllo del Palermo? «Certamente, è un investimento del quale mi sono occupato mi occupo in prima persona. Vede, il City ha una sua filiera, sono tredici i club nel mondo che fanno riferimento a noi. In ordine d’importanza, il Palermo per potenziale di sviluppo viene subito dopo le squadre che abbiamo a New York e a Bahia, in Brasile».

Galassi, per finire che cosa direbbe ad un interista come me, pensando ad Istanbul? «Alle finali bisogna intanto arrivarci e Inzaghi ci è riuscito, tanto di cappello. Poi credo siano tutti d’accordo che avversario peggiore non poteva capitare, ai nerazzurri…».