Il calcio, si sa, è composto da tante persone diverse, che vivono una carriera ed un ciclo sportivo tutti diversi tra di loro. Ci sono tante meteore, calciatori che assaggiano i campionati professionistici solo per un anno o due prima di tornare a livelli inferiori o prima di smettere per un infortunio, allenatori promettenti ma che spariscono nel giro di poco tempo, presidenti che non riescono ad incidere nel miglioramento della squadra. E ci sono leggende, persone che lasciano il segno, che anche dopo tanto tempo continueranno ad essere ricordate nel bene o nel male: è il caso di Totti, che a quasi quarant’anni rappresenta ancora un fuoriclasse della serie A, di allenatori ancora pieni di voglia di mettersi in gioco come Reja (71 anni ad ottobre) o Ventura, da poco sedutosi sulla panchina della Nazionale. Ed è il caso di presidenti che, nonostante tutto, continuano a rimanere al timone della propria nave, guidandola attraverso tanti eventi, anche negativi, che molto spesso potrebbero sembrare decisivi per mollare tutto, ma che alla fine si concludono con una rinnovata unione tra la dirigenza e il club. Proprio come Maurizio Zamparini e il Palermo, che ora più che mai sembrano destinati a proseguire ancora insieme il cammino almeno per un altro po’.
Certo, dire che il vulcanico patron friulano e la gran parte dei tifosi rosanero non stiano in questo momento vivendo un rapporto idilliaco sarebbe eufemistico: a molti supporters continuano a non andare giù le numerose intemperanze del numero uno di viale del Fante, che a 75 anni ha ormai raggiunto una fama negativa agli occhi di tutto il panorama calcistico non solo italiano. I frequenti quanto discutibili ribaltoni in panchina, i litigi con i tecnici, le operazioni di mercato da rivisitare hanno fatto sì che Zamparini diventasse l’obiettivo principale di molta gente che si rivolge a lui con semplice ironia o con rabbia per la situazione attuale della squadra siciliana (persino la rivista France Football gli ha dedicato un articolo con sue frasi più celebri). Situazione, quella del Palermo, a causa della quale molti supporters avevano accolto con gioia le dichiarazioni del presidente secondo le quali l’età non gli poteva più permettere di stare nel mondo del calcio e che l’anno scorso sarebbe stata la sua ultima stagione al Palermo. Dichiarazioni trasformatesi poi in qualcosa di più dopo le trattative con il presidente del Venezia Joe Tacopina, l’interessamento di una importante cordata americana e il conseguente arrivo dell’esponente principale Frank Cascio in città. Proprio le voci sempre più insistenti su un Palermo “a stelle e strisce”, rinforzate dai messaggi d’amore da parte di Cascio per la sua terra d’origine, avevano fatto presupporre che, dopo i numerosi buchi nell’acqua di presunti interessamenti da parte di arabi, russi o serbi, il futuro della dirigenza rosanero stesse cambiando. Risale invece a pochi giorni fa la notizia secondo la quale l’offerta formalizzata dalla cordata non avrebbe convinto la banca incaricata di occuparsi dei bilanci degli imprenditori. Risultato? Trattativa con Cascio quasi chiusa e Palermo che resta nelle mani di Zamparini.
Già dal principio comunque il presidente non sembrava aver preso con convinzione l’ipotesi americana, tant’è che il portavoce aveva più volte ribadito la sua frustrazione dato che sembrava essere proprio Zamparini a non volere farsi avanti per trattare. E’ normale che situazioni del genere destino sempre qualche dubbio, specialmente quando provengono dall’estero e riguardano il futuro di una società in cui il numero uno di viale del Fante ha speso più di cento milioni e vorrebbe provare anche a guadagnarci un minimo. Però adesso sorge spontanea una domanda: Maurizio Zamparini vuole davvero vendere il Palermo? Sin dai primi tempi in cui la sua gestione della società ha riscontrato alti e bassi, sono state frequenti le voci secondo le quali il presidente sarebbe stato stanco e avrebbe voluto mollare tutto, voci poi smentite nel giro di poco tempo. E anche se questa sembrava la volta buona, in questo momento i rosanero sembrano ancora destinati a rimanere con la stessa presidenza per chissà quanto tempo. Le speranze di molti tifosi si sono concentrate adesso sulla pista cinese, strada che sin dall’inizio Zamparini ha mostrato di apprezzare più di quella tracciata da Cascio: anche se ancora non sono stati resi noti i nomi o le società finanziarie dei possibili acquirenti, si sa che la loro situazione economica vanta un bilancio più che positivo e che ad ottobre degli emissari asiatici saranno in città per trattare con la dirigenza. Voci che lasciano ben sperare chiunque si sia pubblicamente stancato della gestione del patron friulano, sì, ma voci. In attesa che esse possano (forse) diventare qualcosa di più concreto, in attesa che gli americani rilancino o abbandonino, in attesa che viale del Fante possa accendersi di qualche nuova trattativa, a noi non resta che continuare a seguire la squadra e a fare le dovute valutazioni su Zamparini, considerato comunque ancora da molta gente l’ultimo baluardo di un Palermo che, senza di lui, precipiterebbe di nuovo nelle serie inferiori da cui l’attuale presidente ha risollevato i colori rosanero.