Non è una bella vacanza se il cielo è gonfio di nuvole e il vento porta parole di tempesta. Lo sa bene Alessandro Lucarelli, che ha trascinato il Parma dalla D alla A in tre anni e, dopo aver chiuso con il campo, ha accettato l’incarico di dirigente del club emiliano. Tuttavia l’inchiesta e l’avvio del procedimento disciplinare contro Emanuele Calaiò e, per responsabilità oggettiva, contro la società lo sta turbando non poco. Giorni difficili. Che idea si è fatto di ciò che sta accadendo? «Sono in vacanza da qualche settimana, all’estero, ma anche qui ovviamente ci sono i giornali. E sinceramente leggere alcune cose mi fa imbestialire. Pensare di mettere in discussione quello che abbiamo ottenuto con sudore e sacrificio per un “pippein” e un “cazzein” è pazzesco. È davvero una cosa che nessuno di noi riesce ad accettare. Non è la prima volta che dobbiamo difenderci da accuse gratuite di ogni tipo e poi puntualmente smentite». Si rischia di gettare ombre su un’impresa mai centrata prima. «Questa è la cosa più fastidiosa. Nessuno mai nella storia aveva ottenuto una tripla promozione consecutiva. Ma non è solo questo: è stato il riscatto di una società, di una squadra, di un’intera città dopo le macerie sportive del fallimento. Nessuno ci ha mai regalato niente, ci siamo guadagnati tutto scrivendo una pagina indelebile, che nessuno può cancellare». Ora però c’è chi mette in dubbio l’ultima promozione, e in città molti tifosi temono che la Serie A sia a rischio. «Non possono quei tre messaggi completamente irrilevanti togliere a questa squadra e a questa tifoseria ciò che è stato ottenuto sul campo. L’abbiamo vissuto in prima persona, sulla nostra pelle: di fronte a ogni difficoltà, di fronte a ogni ostacolo, non abbiamo mai abbassato la testa e ne siamo usciti più forti. Cose come queste vanno vissute a testa alta, visto che abbiamo la coscienza assolutamente pulita». Certo che quella di Calaiò è stata una leggerezza, non crede? «Sicuramente si può considerare un’ingenuità, ma da qui a passare alle accuse che sono state mosse… Criminalizzare un giocatore e pensare a un tentato illecito sulla base di quei messaggi, perché non c’è altro, lo trovo profondamente ingiusto. E sono sicuro che chi dovrà giudicare saprà valutare correttamente l’accaduto». Ora ci sono alcune squadre che seguono la vicenda da vicino. Cosa ne pensa? «Si metta l’anima in pace chi si agita per strumentalizzare ciò che sta succedendo per provare a raggiungere gli obiettivi persi: si rimbocchi invece le maniche e li conquisti sul campo, quei traguardi».
La gente è in ansia, si teme per la prossima stagione, c’è anche la paura che non si riesca a lavorare bene sul mercato. «Sono sicuro che i tifosi si stringeranno ancora più forte attorno a questo Parma. Uniti di fronte alle difficoltà abbiamo raggiunto grandi traguardi.E questo è il momento, ancora una volta, di dimostrarlo. Non ho dubbi che i tifosi risponderanno come hanno fatto sempre in questi ultimi anni. Restando vicini a una squadra che in tre anni ha regalato a tutti noi un sogno, a una società modello che non può venire infangata. La A l’abbiamo conquistata al termine di un viaggio splendido e difficile. Ed è una A che nessuno potrà portarci via»”. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.