L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sull’ennesima fumata nera per la firma del rogito di Mancini al Catania.
Ancora una volta il futuro del Catania è appeso a un filo. Fino a ieri sera l’imprenditore Benedetto Mancini non aveva firmato il rogito per ricevere dal Tribunale e dalla curatela i documenti per subentrare con la società Fc Catania 1946 al timone di un ramo d’azienda che resta, dunque, ancora in mano ai tre professionisti incaricati dal Palazzo di Giustizia.
Che cosa è successo dalla mattinata di sabato giorno del primo appuntamento per la firma fino a ieri? Pare che la cifra richiesta per andare avanti, i 375mila euro, provengano dall’estero, ma in realtà le fideiussioni collegate all’attività del manager, in Bulgaria, non sono considerate accettabili dal Tribunale, dalla Federcalcio e, di conseguenza, dal notaio. E il notaio Andrea Grasso, dal canto proprio, si è messo a disposizione a qualsiasi ora per ricevere le parti avendo compreso da tempo la delicatezza di argomento che coinvolge l’intera città.
Tanto è certo che sabato aveva aperto lo studio di Catania e sarebbe disposto a farlo in qualsiasi momento in barba agli altri impegni lavorativi. Ma per ora non sembrano esserci novità o date per ritrovarsi e superare l’inghippo. Tuttavia, se non si dovesse risolvere la questione economica il problema rischia di diventare insormontabile. E, per di più, adesso il tempo sembra quasi essere scaduto perché il Tribunale non è che sia disposto ad attendere tempi biblici per il passaggio di consegne. Le prossime 24 ore potrebbero essere decisive.