Friscia e Lipari: “Noi, siciliani a Striscia abituati a ridere dei guai”

L’edizione odierna de “La Repubblica” ha riportato un’intervista al nuovo duo comico palermitano che debutterà domani alla conduzione di Striscia la Notizia Sergio Friscia e Roberto Lipari.

Che Antonio Ricci abbia un debole per la comicità made in Sicily è sempre più chiaro. Ficarra e Picone, Stefania Petyx, Sasà Salvaggio, e domani tocca ad altri due palermitani intrattenere milioni di italiani in prima serata. Se Friscia aveva già esordito al timone del Tg satirico di Canale 5 per sostituire temporanemente Valentino Picone, è il debutto assoluto per Lipari, autore del film “Tuttaposto” sulle baronìe nelle Università.

Insomma, la comicità siciliana piace sempre di più, ma loro alzano le spalle e si lanciano uno sguardo di intesa: «Ricci sarà pazzo, o forse l’acchianata a Santa Rosalia ha funzionato». Che sia la grazia della Santuzza o l’intuizione di Ricci, poco importa: la coppia funziona, almeno durante le prove.

Che effetto fa essere i nuovi conduttori di Striscia la notizia?

Friscia: «Per me è stato un ripiego.
Avevo fatto un provino per “Veline”, ma alla fine sono stato scartato per un problema di taglia».

Lipari: «Un effetto bellissimo. Avevo fatta l’acchianata a Santa Rosalia chiedendo di lavorare con Friscia».

Secondo voi cosa è piaciuto a Ricci della vostra comicità?

Friscia: «O è pazzo o pensa che i siciliani fanno audience. Sa com’è da noi, tutti guardano la tv, nonni, zii, prozii, cugini, amici e amici degli amici. O forse perché sono l’unico che ha il cognome che fa rima con Striscia».

Lipari: «Abbiamo degli appoggi in politica. Anzi, lanciamo un messaggio. Cercate un onorevole che vi spinga, il merito e il talento non esistono, contano solo le amicizie».

O forse Ricci ha un debole per la
Sicilia?

Friscia: «Facciamo felici i siciliani una volta ogni tanto, avrà pensato».

Lipari: «Il problema è che ne ha fatto entrare uno e poi sono entrati tutti. In Sicilia funziona così. Militello finge di essere toscano, ma in realtà è di Paternò, Capitan Ventosa è di Ribera e così via».

A Striscia prenderete l’eredità di Ficarra e Picone: impegnativo?

Friscia: «Saremo piuttosto come Al Bano e Romina».

Lipari. «Un’eredità importante, ma noi saremo solo Roberto e Sergio: due compagni all’ultimo banco».

Nessun confronto allora con le altre coppie comiche siciliane, Franco e Ciccio ad esempio, maestri di tutti i comici dell’Isola?

Friscia: «Come loro, ci amiamo moltissimo. La scintilla è scattata sul set del film “Tuttapposto”.

Lipari: «Loro sono un monumento, noi piuttosto due amici in vacanza a Milano».

A proposito, come va a Milano?

Friscia: «Bene è una parola grande, mi mancano Palermo, il mare e le arancine. Se pensa che anche due milanesi come i Ferragnez sono scappati a Noto per sposarsi…»

Lipari: «Sopravviviamo».

Nessun tradimento della vostra Palermo quindi…

Friscia: «Impossibile. Ci trovate a vendere i ricci sul lungomare, Torneremmo subito, anche domani»

Lipari: “Palermo è casa nostra, è dove c’è tutto il nostro mondo”.

Lipari, recentemente, ha detto di essere cresciuto guardando Friscia in tv…

Friscia: «Ma la finiamo con questa storia che così sembro vecchio?
Sono un “muso” ispiratore»

Lipari: «Il mio “musso” ispiratore, piuttosto. Era il ’94 e andai a uno spettacolo di Friscia a Castellammare del Golfo».

Un pregio e un difetto di entrambi?

Friscia: Roberto ha una comicità intelligente e profonda. È uno che va a fondo alle cose. Il difetto è che passa per il bello della coppia, ma solamente perché è più magro».

Lipari: «Pregio? In un mondo di luci e paillettes, lui è rimasto vero e autentico, ma finisce per farti fare ricreazione anche quando c’è l’ora di storia, questo è il suo difetto».

Vi ispirate a qualcuno?

Friscia: «Prima di me c’era il bianco e nero, quindi ad Arlecchino o all’uomo di Neanderthal»

Lipari: «A Pino Caruso»

E tra i comici di oggi chi vi fa ridere?

Friscia: «Antonio Albanese»

Lipari: «Ficarra e Picone e Valerio Lundini»

Allora non è vero che i comici fanno ridere, ma non ridono delle battute degli altri comici…

Friscia: «Se uno è naturalmente comico fa ridere»

Lipari: «I comici si divertono di meno per le battute scritte, ma per quelle improvvisate ridono sempre. Striscia è vincente perché il 90 per cento delle batture vengono lì, sul momento. Noi improvviseremo continuamente».

La comicità, allora, cos’è?

Friscia. «È verità, ognuno ha una chiave interna, un talento innato. Io come sto con gli amici a tavola sarò a Striscia. Sono fortunato, non me lo fate diventare un lavoro, dico sempre».

Lipari: «Comicità significa spiazzare. Il cervello è presuntuoso e vuole prevedere le cose anticipando i tempi. Una cosa diverte quando non va come avevi pensato, per questo si ride quando si scivola sulla buccia di banana».

A “Striscia”, però, la satira è unita all’informazione. È più difficile fare comicità così?

Friscia: «I siciliani in questo hanno una marcia in più. Siamo abituati alla sofferenza e ai soprusi, per salvarci abbiamo imparato a ridere delle cose che non vanno».

Lipari: «Mio nonno mi raccontava che quando c’era il fascismo i siciliani non riuscivano a ribellarsi ma inventavano barzellette su Mussolini. L’ironia, a volte, è l’unico modo per combattere un problema».