Francesco Guidolin vent’anni fa guidava il Palermo in Serie A: «Zamparini con risorse illimitate era unico. Nessuno come lui»

Francesco Guidolin, l’allenatore che vent’anni fa ha scritto una delle pagine più belle della storia del Palermo, ha rilasciato un’intervista a Massimo Norrito per Repubblica Palermo, ripercorrendo le emozioni di quella straordinaria stagione culminata con la qualificazione in Europa.
Dall’entusiasmo della promozione in Serie A al rapporto con Maurizio Zamparini, fino ai rimpianti e al legame ancora forte con la città, Guidolin racconta con passione e nostalgia la sua avventura in rosanero. Un viaggio tra aneddoti, successi e momenti indimenticabili, con uno sguardo anche sul Palermo di oggi e sul sogno di un ritorno nella massima serie.
Palermo è stata la sua prima esperienza al Sud. Ha avuto qualche remora ad accettare la panchina?
«Nessuna. Quando mi ha chiamato Zamparini non ci ho pensato un attimo. Era una squadra di B, ma con un grande progetto e tanto entusiasmo. Palermo è una piazza importante, valeva la pena fare qualche viaggio in più in aereo per tornare a casa. E ho avuto ragione perché è stata un’avventura bellissima».
Ricorda l’impatto con la città?
«Certamente. Era gennaio e feci il primo allenamento. Non avevo mai sudato tanto a gennaio. C’era tepore e una luce unica alla quale non ero abituato. Io e la mia famiglia ci siamo trovati subito bene e mi sono sentito amato».
Che rapporto aveva con Zamparini?
«Sono sicuro che mi stimasse molto, ma non era mai contento e questo mi faceva arrabbiare. Se oggi potessi, gli direi: non era il caso di godersi di più tutto quello che abbiamo fatto? Le vittorie, l’Europa, le grandi squadre battute. Glielo direi con affetto perché gli ho voluto bene. Era una persona che diceva sempre quello che pensava e per questo l’ho apprezzato. E poi non si è mai risparmiato per il Palermo. Gli dicevo: mi prenda Amauri e lui lo portava a casa. Mi serve Bresciano e lui lo ingaggiava. Non ho avuto altri presidenti con la sua passione e le sue risorse».
Quanto manca uno come Zamparini al calcio di oggi?
«Manca tantissimo. Sarebbe un grande presidente con la sua passione e la sua vena polemica. Sarebbe vero e autentico».