Francesco Guidolin vent’anni fa guidava il Palermo in Serie A: «Tornerò in città. Per fare bene non basta solo il denaro»

Francesco Guidolin, l’allenatore che vent’anni fa ha scritto una delle pagine più belle della storia del Palermo, ha rilasciato un’intervista a Massimo Norrito per Repubblica Palermo, ripercorrendo le emozioni di quella straordinaria stagione culminata con la qualificazione in Europa.
Dall’entusiasmo della promozione in Serie A al rapporto con Maurizio Zamparini, fino ai rimpianti e al legame ancora forte con la città, Guidolin racconta con passione e nostalgia la sua avventura in rosanero. Un viaggio tra aneddoti, successi e momenti indimenticabili, con uno sguardo anche sul Palermo di oggi e sul sogno di un ritorno nella massima serie.
Cosa le manca di più di Palermo?
«Forse la luce, il sole meraviglioso. Ricordo le passeggiate in bici. Le colazioni a Mondello. Le passeggiate a guardare il mare con il colore dell’acqua che cambiava di giorno in giorno. E poi il cibo».
È più tornato?
«Ultimamente no, ma voglio fare un weekend con mia moglie. Ho due nipotini di 7 e 2 anni e mezzo. Mio figlio vive a Londra, appena posso, volo in Inghilterra. Ma voglio venire a Palermo per una partita decisiva».
Crede ancora nella Serie A del Palermo?
«L’importante è arrivare ai play-off perché tutto si rimette in gioco».
Il suo Palermo era di Zamparini, oggi è dello sceicco Mansour e della galassia City. È cambiato tutto?
«Sì, ma per fare bene ci vogliono i mezzi, buoni giocatori ma anche cuore. Si deve lavorare in sinergia con l’ambiente».