Francesco Guidolin vent’anni fa guidava il Palermo in Serie A: «Ho capito subito che stavamo facendo qualcosa di formidabile»

Francesco Guidolin, l’allenatore che vent’anni fa ha scritto una delle pagine più belle della storia del Palermo, ha rilasciato un’intervista a Massimo Norrito per Repubblica Palermo, ripercorrendo le emozioni di quella straordinaria stagione culminata con la qualificazione in Europa.

Dall’entusiasmo della promozione in Serie A al rapporto con Maurizio Zamparini, fino ai rimpianti e al legame ancora forte con la città, Guidolin racconta con passione e nostalgia la sua avventura in rosanero. Un viaggio tra aneddoti, successi e momenti indimenticabili, con uno sguardo anche sul Palermo di oggi e sul sogno di un ritorno nella massima serie.

Francesco Guidolin vent’anni fa guidava il Palermo in Serie A.
Una stagione culminata nella storica qualificazione in Europa, legando indissolubilmente il tecnico ai rosanero.

Guidolin, se dovesse condensare ciò che è avvenuto vent’anni fa in una immagine, quale sceglierebbe?
«La squadra che esce dal tunnel in uno stadio sempre pieno. Quella è l’immagine che porterò sempre nel mio cuore».

Aveva la percezione di fare qualcosa di storico?
«L’ho avuta chiarissima. C’era un entusiasmo che veniva dal primo posto in B. La città era imbandierata già a marzo. Lì ho avuto la certezza che stavamo facendo qualcosa di formidabile. Una festa che è continuata in A».

La Serie A era nei piani, lo era pure l’Europa?
«Quello no. Sapevamo di avere una buona squadra però, al primo anno di A, non ci avrebbe scommesso nessuno. E invece abbiamo capito che ce la giocavamo con le più forti».

L’Europa che, secondo molti, poi avete snobbato.
«Per me era importante dare soddisfazione a chi giocava meno. Tante partite le abbiamo fatte al massimo. Poi, se lei mi parla della gara col Fenerbahce a tre giorni dalla sfida con l’Inter, sarei un ipocrita se non dicessi che ci ho pensato».

Sirigu, che fece giocare a Istanbul, è nuovamente in rosa?
«Lo so e mi fa piacere che sia tornato a casa. Lo saluto con affetto come saluto quelli che hanno collaborato con noi. Tutti hanno fatto qualcosa di straordinario».