“Forse chi critica non ha capito la gravità della situazione che stiamo vivendo. Assicuro il mio impegno perché lo stop sia il più breve possibile e per proseguire e aumentare gli aiuti alla categoria cominciando dai più deboli. Non è stata una decisione gerarchica. Dovevamo ridurre la mobilità”. Gli attacchi e le polemiche sono comprensibili, c’è una grande preoccupazione anche per il valore simbolico negativo per la chiusura di cinema e teatri e per i danni materiali che tutto questo comporta. Ma io ho l’impressione che non si sia percepita la reale gravità della situazione. “Bisognava intervenire in fretta ribadisce non c’era più tempo. La decisione di chiudere tutte le attività dopo le 18 non è stata legata ad una scelta gerarchica, bensì alla necessità di limitare gli spostamenti”. Queste le parole del ministro della Cultura e del Turismo, Dario Franceschini, rilasciate ai microfoni di “Sky Tg 24” in merito alle proteste per il nuovo dpcm.
Franceschini ha proseguito dicendo: “La durata delle restrizioni dipenderà dall’andamento epidemiologico. Per tutelare i lavoratori dello spettacolo, ad aiutare le imprese come abbiamo fatto in questi mesi in cui abbiamo stanziato 1 miliardo e 200 milioni per cinema e spettacolo dal vivo”. In questo momento è fondamentale rimanere uniti. Io credo che adesso l’unica risposta possibile sia fare ognuno il proprio dovere, poi verrà il tempo delle divisioni e delle analisi, ma oggi di fronte a questi dati dei contagi non è questo il tempo”.