Intervenuto ai microfoni di “TMW Radio”, Rino Foschi, ex ds del Palermo, ha raccontato l’ultimo periodo in rosanero. Ecco le sue parole:
«Sono andato lì perché Zamparini mi diceva che era rovinato. Lui mi chiese di vendere alcuni giocatori, incassai 20 milioni ma un bel giorno mi dice che deve vendere la società, perché lo stavano perseguitando. Mi disse che voleva vendere il club a dei miliardari inglesi, ma mi confermò come direttore sportivo, dicendomi che non dovevo preoccuparmi, che sarei rimasto lì. E la società la vendette a questi inglesi, che avevano come rappresentante Platt.
Ma ho visto subito che c’era qualcosa che non andava, ma io ho continuato a preoccuparmi della squadra. Poi hanno cominciato a mandarmi giù dei giocatori improponibili, dei veri brocchi. E allora gli ho detto di fermarsi. Gli chiesi il contratto, perché erano inadempienti, visto che non pagavano e alla fine è andata che io ho licenziato loro e sono rimasto con il Palermo in mano, con Zamparini agli arresti domiciliari.
Sono andato in Federazione a Roma, mi hanno chiesto di rimanere ma ho detto di no, non volevo rovinarmi la reputazione. Sono però stato vicino a Rocco Commisso, attuale patron della Fiorentina. Ci parlavamo al telefono, ma un bel giorno è spuntato un ‘personaggio’. Fecero tutto gli avvocati ma io non ero molto convinto. Tanto è vero che poi mi hanno mandato a casa, hanno aspettato i soldi del mio mercato e poi sono scappati via, facendo fallire il Palermo. Ora vogliono darmi un anno di squalifica. E’ normale? I giudici ci misero in C, davo fastidio ai club che dovevano fare i playoff. Ma quei stessi giudici poi mi hanno detto che avevano sbagliato e che il Palermo doveva fare i playoff per la A».