L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” riporta un’intervista a Rino Foschi il quale ha parlato di Dybala e di un retroscena di mercato dai tempi di Palermo.
«Non toccate Dybala. E Kulusevski dimostrerà che vale Chiesa». Rino Foschi va di getto, come sempre. L’uomo che ha lanciato 6 campioni del mondo del 2006 e ha costruito il più bel Palermo di Zamparini è da qualche tempo ai box: «L’esperienza serve, come la passione. E io ho un bel gruppo di lavoro, il mio tesoro».
A Dybala è affezionato.
«La Juve sbaglia a mollarlo. Da trequartista è ancora tra i migliori in Europa. Ha avuto dei problemi fisici, ma si riprenderà. Merita fiducia. Non bisogna guardare troppo ai soldi in questi casi».
Alla Juve serve una punta.
«Leggo di Scamacca, ok. Ma 40 milioni… Sbagliano, poi, se cercano il sostituto di Chiesa. Kulusevski strappa meno, ma ha fisico e tecnica per fare la differenza all’ala. Certi giocatori vanno aspettati».
Ha altri esempi in materia?
«Chi prende Amrabat fa un affare: si rifarà. Visto Barak? Sembrava perso, invece a Verona sta dimostrando che merita una grande».
Le note migliori in Serie A?
«I nostri allenatori. Juric, Italiano e Zanetti fanno la differenza, ma anche Inzaghi e Pioli hanno lavorato tanto per stare al vertice».
Non è stato facile per nessuno.
«Al Milan, per esempio, sono stati bravi: stavano per virare su Rangnick, meno male che è rimasto Pioli. Piuttosto non so cosa può darci Mourinho: meglio puntare su un nostro emergente».
Voto ai dirigenti?
«Purtroppo c’è chi segue l’onda dei procuratori. Ma tra i bravi metto Tare, mentre Maldini fa una bella coppia con Massara. In B Marchetti da anni fa bene a Cittadella. Fuori concorso Corvino e Angelozzi: facile parlarne bene. Sono legato a loro».
Un colpo e un flop?
«Al Palermo anticipai l’Inter per Kjaer che giocava al Viareggio. Invece per Cavani beffai il Real Madrid di Capello e Baldini. Facemmo tutto in velocità, anche per merito di Beppe Corti, il capo del mio staff».
In quanti sono?
«Una decina, girano il mondo. L’altro giorno mi ha chiamato un presidente di C, ma non poteva ingaggiarmi. Costavano di più i miei collaboratori…».
Ma neanche un errore?
«Beh, quando ero al Verona di Battista Pastorello avevamo scovato un trequartista del Malmoe. Un giovanissimo Federico Pastorello aveva già ottenuto il sì della famiglia, ma non osammo spendere 5 miliardi per quel ragazzo che era già venuto a Verona per conoscere l’ambiente. Era Zlatan Ibrahimovic».