Fornaciari: «Avellino in C solo di passaggio. Playoff? Immagino una finale contro il Palermo»

L’edizione odierna de “Il Mattino” ha realizzato un’intervista con protagonista il doppio ex di Foggia e Avellino, Giuseppe Fornaciari.

Due stagioni in Daunia e 18 presenze in serie A, da difensore centrale, sulla giostra di Zemanlandia. Due annate in Irpinia, una promozione in B e i ricordi indelebili di un gruppo che «avrebbe potuto fare di nuovo la storia, se il presidente non si fosse lasciato influenzare troppo dall’ambiente».

Foggia e Avellino sono le due metà del cuore di Giuseppe Fornaciari: «Sarei potuto rimanere a vita da una parte o dall’altra – dice – sono le due piazze a cui sono rimasto più legato. A Foggia il secondo anno entrai in frizione con Zeman, ad Avellino con Sibilia. Ma i ricordi e gli affetti non me li toglierà nessuno».

Fornaciari, 57 anni e una vita che prosegue da combattente seppur lontano dal mondo del calcio, è pronto a godersi la partita di domani. Ed è convinto che i due punti restituiti ai satanelli, con tanto di qualificazione ai playoff già assicurata, non cambieranno l’approccio alla sfida del tecnico boemo: «Sarà una partita divertente e imprevedibile. Zeman in C anche a 70 anni è un valore aggiunto per il movimento. L’Avellino in Terza Serie è una regina ed è solo di passaggio in questa categoria. Quando vedo le realtà “minori” che ci sono in B o anche in A, mi stropiccio gli occhi».

Fare un pronostico, secondo Fornaciari «è più impossibile che difficile. L’Avellino vuole confermarsi e garantirsi un’iniezione di fiducia in ottica play off. Provando a vincere contro una squadra che potrebbe anche ritrovare nella post-season.  Perché io ho la sensazione che questo Foggia sarà pericolosissimo negli scontri diretti, e andrà molto avanti».

Il segno che Zeman ha lasciato sulla carriera di Fornaciari è indelebile: «Ci ho litigato, è vero. Ma è stato il migliore allenatore che abbia mai avuto, assieme ad Orrico. Uno era straordinario nella fase offensiva, l’altro in quella difensiva».

L’ex difensore biancoverde ricorda le due stagioni in A con i dauni con qualche rimpianto: «Ho giocato nel mio momento peggiore: scesi in campo titolare a San Siro contro il Milan con un’infiltrazione e feci 6 o 7 brutte partite. Quando poi ero a posto fisicamente, non ho giocato più». Sorride pensando alle richieste del tecnico che all’epoca rivoluzionò il calcio italiano: «Col suo calcio noi difensori sembravamo tutti scarsi. A lui non interessava vincere 5-0 o 5-4: difesa alta a centrocampo, difesa sempre in uno contro uno e tanta corsa, eravamo tutti centometristi. In C te la cavi, in B ti aiuta l’esperienza, in A come fai quando ti puntano Baggio e Vialli?».

La rottura col boemo gli spalancò le porte dell’ambizioso Avellino di Sibilia. Che Fornaciari ricorda così: «Un gruppo favoloso. Se non ci fossero state incomprensioni col presidente, ne avremmo vinti due di seguito di campionati. Con un paio di innesti in cadetteria, saremmo tornati in serie A. Si sono dette tante cose di quella stagione (95-96, ndr) ma eravamo professionisti seri. Per noi il campionato ad Avellino l’anno prima fu una doppia vittoria, la bolgia nella partita di ritorno col Siracusa non la dimenticherò mai.

Vincere al “Partenio” ti fa sentire il padreterno». Per i playoff 21/22 Fornaciari si espone sulle sue favorite: «Ad inizio anno ho sempre immaginato una finale Avellino-Palermo. Il Catanzaro è una bella squadra, solida, ma non riesco ad inquadrarla fino in fondo. Mi ha impressionato la Reggiana invece: ha trovato un super Modena davanti, però è una squadra davvero bella da veder giocare, pericolosissima».

Il difensore siciliano è una voce fuori dal coro in merito alla serie C attuale: «Preferisco la C a 3 gironi rispetto alla vecchia C2. Vedere in uno stesso gruppo Avellino, Foggia, Palermo, Catanzaro, Messina è uno spettacolo per la categoria. Tant’è vero che stanno ritornando anche tecnici importanti in C».

Qualche apprezzamento in meno per le situazioni Catania e penalizzazioni varie: «Presidente e Lega devono cambiare le cose. Non è giusto falsare il campionato con esclusioni in corsa o penalizzazioni. E poi, più spazio ai giovani: basta vivai imbottiti di stranieri per mere questioni economiche, mentre le nostre nazionali rimangono a guardare da casa i mondiali per otto anni».

Il saluto di Fornaciari è anche un piccolo auspicio: «Per domenica faccio l’in bocca al lupo a tutte e due le squadre e saluto entrambe le tifoserie. Ma sai che c’è? Sogno un Avellino-Foggia in finale per la B. Non saprei per chi tifare, ma sarebbe meraviglioso»