In Italia da anni si parla della riforma dei campionato e forse finalmente ci siamo. Nella giornata di ieri la “Commissione Figc di studio sui profili di rischio nel calcio” ha indicato la strada per un nuovo format dei tornei. La commissione, presieduta dall’ex magistrato Pietro Calabrò e che tratta trasversalmente diversi argomenti scottanti del mondo del pallone, ha posto dei paletti per quella che potrebbe essere la riforma. “La oggettiva realtà attuale dimostra la palese incapacità delle Leghe maggiori di dettare regole universalmente condivise e durature nel tempo e di affrontare i reali problemi che affliggono il calcio professionistico”, si legge nel documento, riportato su “Repubblica”. La proposta, scrive “Calcioefinanza”, è quella di portare la Serie A e la Serie B dalle attuali 20 e 22 squadre a 18, con una Serie C formata da due gironi di 18 club ciascuno. Più sotto, il cosiddetto campionato d’Elite (2 o 3 gironi: quindi 36 o 54 società), da cui emerga chi ha i meriti sul campo, a patto e condizione che offra garanzie economiche in prospettiva. Un modo per permettere solo alle squadre più in “salute” di salire di categoria. Infine, il campionato Dilettanti vero e proprio, da 162 squadre (9 gironi da 18 club ciascuno). La strada difficile, visto che la Serie A per ora non ha alcuna intenzione di ridurre il numero a 18 squadre. Tuttavia, ora la palla passa nelle mani del Consiglio Federale e del presidente Figc, che dovranno proseguire il delicato lavoro diplomatico: la speranza di Tavecchio è che, una volta che Serie A e B abbiano sistemato la propria struttura dirigenziale, da gennaio si possa aprire un tavolo condiviso per dare il via alla riforma dei campionati.