L’edizione odierna de “La Repubblica” ha riportato un’intervista al duo comico palermitano “Ficarra&Picone”.
Ecco qualche estratto:
Salvo Ficarra e Valentino Picone, smessi i panni della coppia regina della risata, indossano quelli più seriosi di produttori, impegnati in temi sociali. Dopo il cortometraggio su Rocco Chinnici presentano adesso, domani alle 20.30 in una serata a inviti al cinema De Seta dei Cantieri culturali alla Zisa, Il figlio di Tarzan un documentario di 45 minuti sulla Palermo-jungla per i disabili, diretto dalla regista Mariagrazia Moncada e realizzato, appunto, dalla loro Tramp Limited.
«Vogliamo far conoscere storie che possono essere comiche come quelle che interpretiamo noi ma anche altre di tenore diverso: sono due facce della stessa medaglia. Ci sembrava interessante, oltre che necessario, dedicare un docufilm alle persone con disabilità – spiega a nome della coppia Valentino Picone – Il figlio di Tarzan segue le giornate tipo di Giovanni Cupidi, tetraplegico che vive in prima persona nella sua abitazione alla periferia di Palermo le mille difficoltà quotidiane di un portatore di handicap. La sua vita ci fa vedere quello di cui spesso non ci accorgiamo, facendoci capire cosa c’è dietro alle richieste delle famiglie nel cui nucleo c’è un congiunto con disabilità. La spinta per intraprendere il progetto ci è venuta dal rapporto di amicizia che si è instaurato con Giovanni».
Sul tema delle persone con disabilità vi eravate già impegnati insieme con Pif, quando quattro anni fa avete denunciato lo stato precario della loro assistenza in Sicilia… «Certamente. Per noi è fondamentale che accanto alle scelte della politica e delle istituzioni in genere ci sia anche un salto di qualità da parte della popolazione nella vita di ogni giorno. Le due cose devono andare di pari passo. E il Comune di Palermo, ospitandoci al cCinema De Seta, ci permette un’occasione di dialogo e scambio di vedute».
La mafia col “Processo a Rocco Chinnici”, ora la disabilità: è una scelta precisa, la vostra, come produttori, di affrontare temi sociali sensibili? «Sì, come dicevo sono due facce della stessa medaglia: l’analisi della società e anche una nostra lettera d’amore alla Sicilia e a Palermo. E hanno anche un valore educativo. Abbiamo fatto girare il cortometraggio di Chinnici nelle scuole di tutta Italia e lo abbiamo presentato al Giffoni festival . Ora abbiamo in programma di presentare agli studenti e in alcuni festival anche Il figlio di Tarzan»
Nel 2022 Netflix distribuirà “Incastrati”, sei puntate ambientate in Sicilia che segneranno la vostra prima incursione nel mondo del serial televisivo. Cosa potete anticiparci? «Sarà una bellissima sorpresa, lo è stata per noi e speriamo che lo sia anche per gli spettatori. La serie tv ti permette di progettare delle trame a lunga gittata e questa per noi è stata un modalità nuova e molto stimolante. Ci siamo divertiti molto a realizzarla e adesso anche a rivederla. Stiamo lavorando in contemporanea anche a nuovi progetti che riguardano il cinema, che per noi rimane un impegno costante».