Uno dei primi acquisti del Palermo dell’era Mirri è Mario Alberto Santana. Per il giocatore argentino è un ritorno in rosanero dato che fu uno dei protagonisti del primo anno in Serie A dell’era Zamparini. L’edizione odierna di “La Gazzetta dello Sport” analizza la carriera del talento sudamericano ritornato nel capoluogo siciliano. L’arrivo di Mario Alberto Santana ha riacceso la smania dei tifosi, rinverdendo dolci ricordi, di quando il Palermo batteva le grandi e frequentava perfino l’Europa. Certo, non sarà il Santana di 15 anni fa, ma se le ginocchia reggeranno, l’argentino in Serie D può fare ancora la differenza. Come l’ha già fatta, d’altronde, due stagioni fa quando risultò il migliore della Pro Patria che vinse il girone lombardo di D. Anche in rosanero l’obiettivo sarà il quello di riconquistare la Lega Pro. Ma la sfida che attende Santana ha un sapore più intenso:perché un conto è vincere a Busto Arsizio,un conto è farlo a Palermo, e Santana ne è perfettamente consapevole. Il fantasista nato in Patagonia sa che sotto Monte Pellegrino c ’è un popolo intero che sogna il rilancio e che da oggi in poi conterà anche sulle sue funamboliche giocate per centrare il primo obiettivo dell’era Mirri: la Serie C. Santana è molto legato a Palermo,anche per ragioni familiari,e se ha accettato la proposta di Rinaldo Sagramola è anche per l’affetto che lo lega ai colori rosanero. Aveva da poco compiuto 21 anni quando traslocò in Sicilia, da Venezia, in seguito al famoso «travaso».Era l’inizio dell’era Zamparini (estate del 2002) e il Palermo al termine di quella stagione mancò di un soffio la promozione. Santana avrebbe conquistato ugualmente la Serie A, perché Foschi preferì darlo in prestito al Chievo per farlo crescere in un ambiente più tranquillo, prima di riprenderselo una volta raggiunta la massima categoria nell’estate del 2004. In rosanero Santana trascorse altre due annate, entrambe in A. Meglio la prima con Guidolin (3 gol in 30 presenze), rispetto alla seconda, con Del Neri prima e Papadopulo poi, in cui il suo rendimento venne influenzato da qualche fastidioso infortunio. L’argentino di Comodoro Rivadavia è stato il primo giocatore del Palermo targato Dario Mirri, il presidente-tifoso che anche ai tempi in cui Santana infiammava il Barbera a suon di finte ubriacanti, rabone imprevedibili e dribbling irriverenti, sedeva con gli amici di sempre in gradinata. Di certo c’era quel piovoso pomeriggio di febbraio (il 27 del 2005), quando contro la Roma, quasi allo scadere delmatch,proprio sotto la sua postazione, Santana si lanciò in una volata imprendibile culminata in un assist al bacio per Luca Toni che chiuse la partita siglando il 2-0 (primo gol siglato da Brienza, tra i rosanero c ’erano anche Zaccardo Barzagli, Grosso, Corini, Zauli e l’allenatore era Guidolin)).Una giocata che ha lasciato il solco nella memoria dei tifosi rosanero che da qualche giorno non fanno altro che pensare a quella volata sulla fascia accompagnata dal boato crescente del pubblico. A 37 anni suonati, Santana non avrà più lo sprint di quand’ era un ragazzino, ma non c’è dubbio che il suo ritorno a Palermo abbia gasato le speranze dei tifosi.Sarà lui l’anello di congiunzione tra passato e presente,nonché colui che simbolicamente unirà i protagonisti del «match della rinascita» che la società sta organizzando per lunedì 26 agosto,quando al Barbera arriveranno numerosi ex che hanno fatto la storia del club,da Chimenti a Miccoli, passando per Biffi, Zauli, La Grotteria,Toni, Berti e tanti altri.