Ferrero finisce in carcere per bancarotta. Quell’inutile corsa per acquistare il Palermo

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla vicenda che ha coinvolto Massimo Ferrero.

Poteva essere il proprietario del Palermo? Forse. Di sicuro, Massimo Ferrero ci ha provato, seguendo più strade. L’ormai ex presidente della Sampdoria, dimessosi a seguito dell’arresto per l’accusa di reati societari e bancarotta, ha tentato in passato la scalata al club rosanero. Un interessamento nato già negli ultimi mesi di vita dell’Us Città di Palermo, quando la società era in mano agli «inglesi» di Sport Capital Group e Zamparini era agli arresti domiciliari. Er Viperetta sondò il terreno, entrando anche in contatto con Mirri, che all’epoca stipulò col club un contratto per la cessione quadriennale dei diritti pubblicitari per 2,8 milioni di euro, soldi che scongiurarono la penalizzazione.

Tra i due, però, i rapporti non si sono certo rivelati idilliaci. Tanto più quando, nel luglio del 2019, entrambi si contesero il titolo del «rinato» Palermo in Serie D. Ferrero fece pure una visita in città, venendo accolto in pompa magna alla Vucciria, in compagnia dell’ex calciatrice palermitana Pamela Conti per proporre il progetto parallelo della squadra femminile, prevista anche dal bando. Alla fine, però, il «nuovo» Palermo venne assegnato alla Hera Hora di Mirri e Di Piazza, e Ferrero ha proseguito la sua battaglia per altre strade: dapprima ha presentato un ricorso al Tar, dopodiché un’istanza in autotutela presso il Comune di Palermo, sempre in merito all’esito della consultazione pubblica che ha portato alla rinascita del club rosanero.