Ferrero a ruota libera: «Non faccio business con il cinema. Draghi pensi allo sport»
Il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, ha rilasciato una lunga intervista a “Il Tempo”, commentando il momento delle sue aziende cinematografiche e non solo.
Ecco le sue parole:
«Non riaprirò le mie sale cinematografiche. Per prima cosa non le riapro perché non ci sono i film. Quello che ha vinto l’Oscar l’altra notte fra poco sarà su una piattaforma che guardi da casa e così anche per chi ha vinto il David. Aprire una sala cinematografica non è come montare in bicicletta: ci vogliono almeno 20 giorni, da parte dei distributori, per organizzare nuove uscite e piazzamenti. Riaprire un cinema con le normative ed i protocolli anti-Covid che giustamente sono in atto, comporta un sacco di lavori e, quindi, dispese. Senza dimenticare che il cinema lavorava da sempre a ottobre, novembre, dicembre, a gennaio ed a febbraio. Già in passato si è provocato lanciando novità durante la cosiddetta bella stagione, ma non ha funzionato. Quindi, se io dovessi riaprire, dovrei fare dei lavori, pagare mentre la stagione vera è praticamente terminata. Ho dodici sale. Cominciando da un presupposto: io faccio questo mestiere per passione, perché sono cresciuto dentro il mondo del cinema, mi ha sempre affascinato, mi ha dato tanto e qualcosa al cinema credo di averlo dato anch’io. In questi anni, anche prima della pandemia, non si faceva certo per business. Calcoliamo che in tempi normali, non sospetti, io comunque chiudevo in perdita. Su un biglietto a 8 euro, 4 se li prende il distributore ed io con il resto devo pagarci stipendi, luce, gas, pulizie e quant’altro. Comunque, in qualche modo, si rimediava: con i bar, con le iniziative, con i grandi numeri quando escono film popolari, che tutti vogliono vedere. Negli ultimi anni, per esempio, mi vengono in mente i successi di Checco Zalone».
SUI DIPENDENTI – «A Roma circa 130/140. Preferisco andare avanti a pagare e nel contempo a perdere, ma essere preso in giro no, abbiamo già visto la disastrosa falsa partenza del giugno scorso, quando non uscì un film importante sino ad agosto. E poi, se vuole un titolo per l’intervista, glielo regalo».
POI L’APPELLO A DRAGHI – «Il cinema va incentivato globalmente. Sento tutte queste cazzate, tax credit ed il resto, ma cos’è Facciamo come fanno in Usa con i produttori americani, non fateci pagare l’Iva. Faccio un appello a Mario Draghi: il cinema è cultura e lo sport è il sale della vita, ci dia una occhiata per favore».