L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul Catania in agonia.
Una parte dei soci della Sigi, anche se legalmente non obbligata, è disposta ad un pagamento, di circa soli 200 dei 660 mila euro dovuti al Calcio Catania, a condizione che Gaetano Nicolosi, detentore del 46,7% delle quote Sigi, versi la sua parte pro quota, circa 95 mila euro.
Ciò è emerso dopo una serie di riunioni tenute ieri, a cui hanno partecipato solo alcuni soci. Molti non sono stati invitati, mentre altri non si sono presentati perché non in linea con le idee del Cda. Una spaccatura, all’interno di Sigi, ben nota da tempo. Da un lato vi è il gruppo capeggiato da Salice, che ha pagato le ultime spettanze palesando, prima della sentenza di fallimento, la volontà di rilevare il titolo sportivo del Catania. Dalla sponda opposta la fazione di Nico Le Mura e Nicolosi, che ai tifosi aveva promesso gestire da solo il club sino al termine della stagione per poi, il giorno dopo, dichiarare in tv di aver «finito il budget».
La situazione per Ferraù precipita dopo il no della Fahrenheit Logistic Ltd alla richiesta di versamento dei 660 mila euro dovuti al Catania da parte di Ferraù. All’avvocato non restavano quindi che due strade: mettere i soldi lui, vista la sua responsabilità civile e penale nei riguardi di questo debito, o convincere i soci a fare un ultimo sforzo per salvare il titolo sportivo del club prima di uscire definitivamente di scena. Nella mattinata di ieri, la Curva Sud, quest’anno rimasta silente e fuori dallo stadio, esce con un comunicato rivolto ai soci Sigi e dai toni tutt’altro che amichevoli.