«Fermate Tonali». Anche l’Uefa ha fretta
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul caso scommesse e su Tonali.
Sul caso scommesse c’è chi accelera e chi rallenta. Del resto, le differenze di tempistiche e di vedute tra giustizia sportiva e magistratura ordinaria vede proprio in Sandro Tonali un esempio da valutare. Fosse per la procura Figc e per i legali del centrocampista, l’accordo sulla pena sarebbe davvero questione di dettagli e già tra meno di 48 ore il secondo patteggiamento (dopo quello di Fagioli) diverrebbe realtà: gli avvocati del calciatore, autodichiaratosi violatore dell’articolo 24 del codice di giustizia sportiva (divieto di scommesse su eventi Figc, Uefa e Fifa), si sono detti favorevoli a firmare uno stop di un anno più altri cinque mesi di percorso riabilitativo. La procura avrebbe viceversa proposto un allontanamento dai campi di 1 anno e 2 o 3 mesi, in aggiunta ai 5 mesi di riabilitazione e testimonianze. Insomma, ci siamo. E dopodomani nell’incontro previsto tra le parti ci può essere già la stretta di mano informale.
TORINO. Poi c’è Torino. Che aspetta, valuta (vuole ascoltare di nuovo Tonali) e anche ieri ha fatto sapere che l’analisi delle chat e dei dati sul cellulare dell’ex Milan non è ancora terminata. Perché, si chiedono i pm, il patteggiamento sportivo è così urgente pur senza un quadro completo della vicenda? Una possibile risposta riguarda il fatto che Tonali continuerebbe a scendere in campo da reo confesso, e continuerebbe a farlo per una o due gare probabilmente anche ad accordo chiuso visto che ci vorrà qualche giorno (nel caso di Paratici e delle plusvalenze ci vollero due mesi…) per estendere la sua squalifica in ambito internazionale. Immaginate dunque l’imbarazzo di avere un calciatore che ha ammesso tutte le proprie responsabilità continuare a calcare i palcoscenici della Premier e della Champions. L’Uefa trasecola al solo pensiero e alla Figc chiede aggiornamenti quotidiani, mentre il Newcastle lo impiegherà finché potrà (lo paga 8 milioni all’anno). La procura federale potrebbe anche chiudere il patteggiamento alla luce delle prove esistenti e poi eventualmente riaprire il fascicolo se dovessero pervenirne di nuove, ma sarebbe come un accanimento nei confronti del ragazzo, che dopo aver collaborato rischia di non vedere più la fine del tunnel giudiziario.
DUBBI GIURIDICI. In Via Campania non risulta, al momento, l’ipotesi di illecito sportivo, cioè «il compimento, con qualsiasi mezzo, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione ovvero ad assicurare a chiunque un vantaggio in classifica», il reato che prefigurerebbe una sanzione di partenza di «almeno quattro anni» non patteggiabili, come previsto dal codice. Se fosse dunque illecito, un calciatore su cui la Nazionale puntava tantissimo e che tutti vogliono recuperare, rischia di compromettere per sempre la propria carriera. Sandro ha dichiarato di aver puntato a vincere, trovando fiducia, autostima e motivazioni nello scommettere su un risultato positivo della squadra. Se in Figc sono convinti che questo atteggiamento si limita a una violazione con aggravanti dell’articolo 24, secondo alcuni esperti di diritto il confine con l’illecito è molto più sottile di quanto non dica l’orientamento attuale. Se fosse solo la combine a fare un illecito, nessuna scommessa su un singolo evento (vittoria, sconfitta, gol, angoli, punizioni) lo determinerebbe. E se un match di coppa finisse 1-0 all’andata e poi al ritorno la squadra a cui basterebbe il pareggio schierasse un calciatore che gioca “a vincere” e magari col suo atteggiamento ultraoffensivo penalizza il piano tattico dei suoi? Il suddetto calciatore non altererebbe a suo modo il regolare svolgimento di una gara? Nel 2020 l‘ex calciatore del Bisceglie Giordano Maccarrone fu condannato a 4 anni dal tribunale federale per illecito sportivo: scommetteva su calci d’angolo ed espulsioni.