Gazzetta dello Sport: “Club messo in mora. Si dimette il n°2, Palermo ai saluti” – le ultime

Situazione sempre più critica per il Palermo, dopo che lunedì non è arrivata la fideiussione per l’iscrizione al campionato di Serie B. Ormai i rosanero sono condannati alla Serie D, l’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport” analizza la situazione, con Arkus Network che sta perdendo sempre più i pezzi, infatti ieri sono arrivate le dimissioni di Vincenzo Macaione, presidente della controllante Sporting Network. Inoltre Tuttolomondo e company dovranno affrontare la battaglia legale con i calciatori, con l’avvocato dell’Aic Danilo Coppola che sta preparando la documentazione per la messa in mora della società: «Stiamo preparando la documentazione per la messa in mora e l’istanza di fallimento della società. L’ottimismo si è perso strada facendo, la situazione del Palermo è molto grave. C ’è da salvare il salvabile, oltre che per i calciatori anche per quelle persone che lavorano in società. Ai giocatori mancano all’appello quattro mensilità più i premi a obiettivo. Significa quasi il 50% dei compensi di un anno. Sperare che la situazione possa sistemarsi è pura utopia». Intanto ieri  è arrivato un altro comunicato, la proprietà ha annunciato che«proseguirà nella propria azione,continuando a operare nella piena legittimità e nel pieno rispetto delle leggi ordinarie e federali,per l’interesse a ottenere la regolare iscrizione del club al prossimo campionato, perseguendo chi diffonde notizie denigratorie». Evidente sempre di più la spaccatura tra i Tuttolomondo e il presidente del Palermo, Alessandro Albanese, al termine del cda. Inoltre ieri sono arrivate le dimissioni di Macaione, il banchiere palermitano,che ha fatto da advisor nell’operazione di acquisizione da parte di Arkus, è anche vicepresidente del Palermo, carica dalla quale si dimetterà certamente nella prossima assemblea dei soci del 5 luglio. Anche perché le sue parole non lasciano spazio a interpretazioni. «La scorsa settimana ero all’estero per lavoro,quando sono rientrato ho avuto contezza di quanto è accaduto e sono rimasto molto sorpreso come gli altri membri del Cda. Da palermitano e da tifoso del Palermo ovviamente sono amareggiato. Adesso con il presidente Albanese e con il sindaco Orlando stiamo determinando il futuro. Cercheremo di aiutare il club a risorgere. Mi sono dimesso per divergenze operative.Questa decisione però l’avevo già comunicata da tempo alla proprietà, perché il mio lavoro non mi permetteva di poter svolgere questo ruolo».