Repubblica: “Tifo, applausi e lacrime. Torna Delio, il più amato”
Delio Rossi da ieri è ufficialmente tornato a Palermo, questo porta emozioni e ricordi nel cuore dei tifosi che erano legatissimi a questo tecnico che ha regalato un sogno a tutti i palermitani. L’edizione odierna di “La Repubblica” ha cercato di far affiorare questi ricordi, analizzando il percorso del tecnico romagnolo in Sicilia. Ci sono due immagini che possono forse meglio di tutte fotografare cosa è stato Delio Rossi per il Palermo e soprattutto qual è stato il suo rapporto con la gente di Palermo e la tifoserie rosanero. Sono, in qualche modo, due immagini di sofferenza, di rimpianto, di tristezza. Nella prima Delio Rossi è sotto la curva sud dello stadio Olimpico. È appena terminata la finale di Coppa Italia contro l’Inter. Una cavalcata emozionante dall’epilogo amaro. Ed è proprio con una smorfia di amarezza che Rossi si avvia verso la curva per ricevere l’applaudo dei trentamila che quel 29 maggio del 2011 colorarono di rosanero lo stadio di Roma. Per chi c’era o per chi lo ha vissuto di riflesso una delle giornate più belle, nonostante la sconfitta, della storia recente del Palermo. Secondo molti, l’inizio della fine dell’era Zamparini, ma questo è un altro discorso. La seconda immagine fotografa Delio Rossi dietro il tavolo della sala conferenze dell’hotel Addaura. Dopo un infinito tira e molla con Zamparini, il tecnico dice addio al Palermo e lo fa convocando una conferenza stampa che è piuttosto il pretesto per incontrare la gente di Palermo, la sua gente. Occhi lucidi anche in quella occasione, la gelosia di Zamparini per chi scala i vertici dell’affetto dei tifosi del Palermo ha colpito anche questa volta. Rossi va via, ma va via tra i cori, gli applausi dei tifosi che lo lanciano in aria dopo averlo portato in trionfo. Ecco, Delio Rossi era, è, questo. È l’allenatore che più di tutti ha fatto breccia nel cuore dei sostenitori rosanero. Qualcosa che, in epoche e con modalità diverse, si sono avvicinati a fare solo Arcoleo, Guidolin e Iachini. Ma lui, il suo rapporto con Palermo e la sua gente, è stato diverso. Una vicinanza che sfiora la simbiosi e che non si ferma solo alla squadra ma che coinvolge la città. Sì, perché
Rossi di Palermo adora tutto e non solo i colori rosanero. Adora il mare, tanto da scegliere di vivere all’Addaura. Adora i monumenti e le chiese, tanto da tornare in città a bordo di una nave da crociera come un semplice turista. Adora la vita di tutti i giorni, tanto che non era difficile incontrarlo in un cinema o in un ristorante da solo o in compagnia dei suoi più stretti collaboratori. Un amore ricambiato dai tifosi che vedevano, e ancora oggi vedono, in Rossi uno di loro. Basta pensare che oggi si dice «È tornato Delio». Perché Rossi, per la gente di Palermo e per i tifosi rosanero, è soltanto Delio, con la stessa confidenza con la quale si chiamerebbe un amico di vecchia data. Rossi piace perché è uno che non bada molto alla forma, ma alla sostanza. Che non ti manda a dire le cose, ma che te le sbatte in faccia. Uno figlio del popolo che ama ricordare come suo padre, attivista del Pci in Romagna, lo mandasse in giro a vendere l’Unità. Uno, cosa non da poco, che ha saputo tenere testa a Zamparini che di lui aveva detto: «Finalmente un allenatore al quale non dovrò fare la formazione» È vero, quel Palermo era una squadra stellare che invece di Trajkovski aveva Pastore e vincere nel calcio è la cosa più importante. Nel caso di Rossi però nemmeno le sconfitte hanno potuto cancellare il rapporto con la sua gente. Come non ricordare gli applausi con i quali il “Barbera” aveva salutato l’uscita dal campo del tecnico e della sua squadra dopo l’umiliante sconfitta per 7 a 1 contro l’Udinese di Guidolin? In quale altro posto sarebbe successo? Con quale altro allenatore sarebbe potuto accadere? E invece Delio e Palermo erano questi. Rossi che, per certi versi, può ricordare quella Palermo dei marcati delle pulci o degli antiquari attaccati alla tradizione e ai rapporti umani. Lui che, nell’epoca di Internet e delle banche dati, a Boccadifalco archiviava tutte le notizie sui giocatori e gli allenamenti nelle sue agende che conservava negli scatoloni. Uno che dieci anni fa su Facebook aveva a Palermo un gruppo di fan con quasi cinquemila contatti. Una passione che ha resistito agli anni e che oggi vive una nuova stagione forte del fatto che Delio e Palermo ormai sono la stessa cosa.