Repubblica: “Il Gip «Su Zamparini prove evidenti». Tra le accuse, pure false comunicazioni sociali”

Ieri giornata di svolta per l’inchiesta che riguarda Maurizio Zamparini, ormai ex patron del Palermo. Il Gip Guglielmo Nicastro ha accettato la richiesta dei pm di processo immediato per l’imprenditore friulano, che avverrà il 2 luglio davanti alla quarta sezione del tribunale di Palermo presieduta da Bruno Fasciana. L’edizione odierna de “La Repubblica”, si sofferma sulle accuse rivolte all’ex numero uno del Palermo, ovvero quelle di false comunicazioni sociale che comprende il vecchio falso in bilancio, e l’ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza. Sono già tre i giudici che danno ragione all’impianto accusatorio della procura di Palermo contro Zamparini.  Le prove raccolte, la detenzione cautelare dell’indagato, tutt’ora ai domiciliari ad Aiello del Friuli, e la natura dei reati hanno consentito al Gip di accogliere la richiesta di giudizio immediato, un rito alternativo che salta l’udienza preliminare e prevede un dibattimento più breve. Per gli altri indagati la procura ha scelto la via ordinaria.
Zamparini non è l’unico accusato, infatti sono coinvolti nelle indagini condotte dal nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza anche il figlio Diego Paolo, l’ex presidente del collegio sindacale del club rosanero Anastasio Morosi, la segretaria di Zamparini Alessandra Bonometti, i professionisti Domenico Scarfò e Rossano Ruggeri, il belga Luc
Braun e il lussemburghese Jean Marie Poos, presidente e consigliere delegato di Alyssa, la società riconducibile a Zamparini che ha acquistato la MePal e il marchio rosanero. Sei sono le ipotesi di reato contestate a vario titolo dalla procura nell’aprile del 2017: appropriazione indebita, riciclaggio, impiego di fondi di provenienza illecita, autoriciclaggio, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte e falso in bilancio aggravato dalla transnazionalità. La procura ha deciso anche di analizzare anche le posizioni di tutti i membri dei collegi sindacali che si sono succeduti fino al dicembre del 2017. Non sono rimasti al riparo dalle indagini, dopo le dimissioni del vecchio collegio sindacale del Palermo, anche Enzio Caimi, che aveva preso il posto di Morosi alla presidenza, Antonio Lo Mauro, Andrea Favatella, Michele Vendrame e l’ex presidente rosanero Giovanni Giammarva, quest’ultimo solamente per ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, nello specifico nei confronti della Covisoc sugli accertamenti a proposito del credito Alyssa. Tutto gira, secondo la ricostruzione della guardia di finanza, intorno alla presunta doppia vendita fittizia del marchio, ceduto a società riconducibili allo stesso Zamparini per realizzare plusvalenze da mettere a bilancio e coprire i debiti di esercizio. Un credito che ancora oggi la società utilizza per bilanciare i suoi debiti.