“Da piccolo sono stato bullizzato e picchiato per il colore della mia pelle”. Lewis Hamilton esce allo scoperto e attraverso un lungo post sul proprio profilo Instagram, rivela una cosa che finora aveva preferito tenere segreta. “Ho parlato poco delle mie esperienze personali perché mi è stato insegnato a tenermi le cose dentro, non mostrare debolezze, uccidere gli altri con l’amore e poi batterli in pista. Leggere tanto sull’argomento e cercare di conoscere il più possibile di quello che è successo nella lotta a ogni forma di discriminazione mi ha riportato alla memoria tanti dolorosi ricordi della mia gioventù. Sfide che ho dovuto affrontare quando ero bambino. Il solo modo per rispondere a questo è stato imparare a difendermi. Per questo ho imparato il karate. Ma gli effetti psicologici negativi non possono essere misurati. E’ anche per questo che guido nel modo in cui lo faccio, non è una questione di sport: io sto ancora lottando. Vogliamo solo vivere, avere le stesse possibilità a livello di istruzione, e non aver paura di passeggiare per strada, andare a scuola o in un negozio. Ce lo meritiamo come chiunque altro. L’uguaglianza è fondamentale per il nostro futuro. Non possiamo smettere di portare avanti questa battaglia e io per primo non mollerò mai. L’importante è rimanere uniti. Mi ero chiesto perché il 2020 sembrasse così sfortunato sin dall’inizio ma ora sto cominciando a pensare che potrebbe essere l’anno più importante delle nostre vite. Un anno in cui poter finalmente cominciare a cambiare l’oppressione sistematica e sociale delle minoranze”.
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Un post condiviso da Lewis Hamilton (@lewishamilton) in data: 5 Giu 2020 alle ore 2:18 PDT