Ex rosa, Tedesco: «Non mi piego di fronte al sistema. In Italia si nega il sogno di giocare a calcio ai talenti italiani»
Intervistato da “Footballscouting.it” l’ex rosanero Giovanni Tedesco ha parlato di vari temi, soffermandosi anche sul sistema calcio in Italia:
Sempre a proposito di crescita, sarebbe funzionale secondo lei l’investimento da parte delle società in una squadra B, all’interno della quale sviluppare i propri giovani?
«Non seguendo nel dettaglio il calcio italiano da un po’ di anni, mi astengo dal commentare gli ipotetici motivi per i quali nessuna società investe su questo tipo di progetto. Se lo trovo funzionale, assolutamente sì. Ne è esempio la Juventus, che permette ai suoi giovani di disputare un campionato di Lega Pro, che è molto formativo, offrendo peraltro ai ragazzi la possibilità di far parte della prima squadra in caso di necessità. Ormai moltissimo tempo fa, mi è capitato di vedere una partita degli Allievi dell’Inter. Su 11 giocatori 10 erano stranieri. Così facendo, si nega il sogno di giocare a calcio a potenziali talenti italiani. Da quel momento in poi, ho smesso di seguire con continuità. Poi ribadisco, finché in Italia non cambiamo il sistema è inutile affrontare certi argomenti. Fin quando i genitori pagano per far giocare i propri figli, gli allenatori lo stesso per allenare e i procuratori altrettanto con le commissioni, possiamo stare qui ore a parlare di tutti i come, cosa quando e perché. Ciò che è marcio è proprio il sistema in generale e ancor più brutto è il fatto che nessuno ne parla. Andrebbe cambiato tutto a partire dai settori giovanili. Lo dico perché a quanto appena detto su allenatori, giocatori e procuratori ho potuto assistervi con i miei occhi. Pertanto, non lamentiamoci se poi in Italia non crescono talenti validi».