Ex rosa, Pezzella ricorda Zamparini: «Mi ha lanciato nel calcio, sono stato male per la sua scomparsa»
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha intervistato Giuseppe Pezzella il quale si è espresso anche su Zamparini.
I tifosi dell’Atalanta hanno imparato ad amarlo quando contro l’Inter si è quasi schiantato contro il palo per salvare un gol fatto. «Per fortuna non mi sono fatto male», ci scherza su Giuseppe Pezzella. Alla Dea è fruttato un punto prezioso, al terzino mancino arrivato in estate dal Parma solo un po’ di dolore.
È stato il suo momento clou di questi mesi a Bergamo? «Sì, un gesto istintivo: sono felice che i tifosi ne abbiano apprezzato il coraggio. La gara con l’Inter è stata forse la mia migliore qui».
Sempre titolare nel 2022 e con la Lazio ha chiuso da attaccante. «Eravamo un po’ in emergenza e Gasperini mi ha chiesto di avanzare. Ma io pur di giocare andrei anche in porta. Non scherzo eh».
Le tante assenze hanno fatto cambiare il modulo al tecnico, così è tornato a giocare da terzino nella difesa a quattro. «Il mio ruolo naturale, anche se mi sono trovato bene a tutta fascia. Posso spingere di più».
Nel frattempo Gosens ha lasciato l’Atalanta. Al fantacalcio è tempo di aste e molti stanno facendo questo ragionamento: Pezzella giocherà al posto di Gosens, chissà che ne possa ripetere i numeri. «Robin ha fatto grandi cose qui. Senz’altro il modo di giocare dell’Atalanta ha esaltato le sue qualità, aiutandolo a segnare tanto. E di sicuro anche io ho più chance grazie alle tattiche di Gasperini. Poi devo migliorare in fase conclusiva…».
Un gol in 104 partite di Serie A. Può fare meglio? «So di avere un buon tiro, anche da fuori. È nel mio bagaglio tecnico, così come il cross. Ci devo solo lavorare su».
Quell’unica rete l’ha segnata al Cagliari, il prossimo avversario in campionato. «Magari mi porta bene (ride ndr ). Ma al di là delle soddisfazioni personali, vogliamo vincere. In casa non stiamo raccogliendo quanto in trasferta».
Il mercato ha portato Vlahovic alla Juve: la lotta per un posto nella prossima Champions si fa più dura? «Loro hanno preso Vlahovic, noi Boga… Non sono il tipo che guarda cosa fanno le altre squadre, meglio concentrarci su noi stessi».
Non solo mercato. In questi giorni è arrivata la notizia della morte di Maurizio Zamparini. «Sono stato male. Lui mi lanciò nel mondo del calcio con il Palermo. Avevo appena 15 anni quando ci arrivai, crescendo lontano dalla famiglia».
Esordio in Serie A: Atalanta-Palermo del 6 dicembre 2015. «Perdemmo 3-0, ma fu un’emozione unica e la data me la sono tatuata sulla pelle».
Non è il suo unico tatuaggio… «Il più grande sulla schiena: una tigre, mi rappresenta molto».
Sui social è così aggressivo? «Non amo postare molto della mia vita privata, più che altro immagini di campo».
Unica eccezione, qualche foto in spiaggia. «Sono nato vicino al mare e ci torno appena posso».
Le manca la sua Napoli? «Moltissimo, come a tutti i napoletani. Ma credo sia uguale per un bergamasco quando è lontano. Gente con radici forti».
Scalvini e Piccoli le hanno insegnato un po’ di dialetto? «Parliamo solo in italiano tra noi (ride ndr )».
Con chi ha legato di più nello spogliatoio? «Sportiello, Pessina, Zappacosta… Con alcuni ero già amico per via dell’Under 21».
Ha fatto tutte le selezioni giovanili, le manca la Nazionale. «Non ci penso più di tanto. So che può essere la conseguenza di quello che faccio all’Atalanta».
Perché proprio la Dea? «C’erano un altro paio di squadre importanti interessate, ma l’Atalanta è il meglio per un giovane. Me ne sono accorto dai primi allenamenti: con Gasperini sono già migliorato dal punto di vista mentale. E poi a Bergamo si vive bene».
In più ha esordito in Champions. E ora l’Europa League… «Un altro mondo, si va al doppio. Il ritmo è la grande differenza con la Serie A. Peccato uscire dalla Champions, ma in Europa League ce la giochiamo».
Qual è l’obiettivo di Pezzella da qui a giugno? «Essere un ragazzo e un calciatore migliore di quello che è arrivato la scorsa estate».