Ex rosa, Nocerino: «A Parma sarei rimasto anche in D»

L’ex rosanero Antonio Nocerino è intervenuto nel corso dell’ultima puntata di “Parma Talk”, rubrica tenuta da “SportParma” esprimendosi su vari temi.

Ecco le sue parole:

«Dopo quello che ha vissuto nella stagione passata, il Parma quest’anno ha iniziato in maniera totalmente diversa. Cambiando l’allenatore ha dato un’identità ben precisa. Ora bisognerà stare aggrappati alla zona play-off fino a marzo. Poi, con i giocatori di livello che ha, nello sprint finale potrà sicuramente dire la sua. Il Parma non deve avere prime o seconde linee. Parliamo di una società importante che deve avere giocatori pronti e con una personalità adatta a vestire una maglia così pesante. Il Parma con la B non ha niente a che vedere, i giocatori non devono avere alibi, ma capire quali colori stanno indossando. Vi assicuro che i campi di Collecchio erano già buoni prima, ora che c’è più disponibilità saranno meglio ancora. Non penso ci siano giocatori predisposti ad infortunarsi, quello che è importante è allenarsi come si deve. Forse qualcuno non è abituato ad allenarsi in una certa maniera, conosco lo staff di Pecchia e so che lavora bene».

«A Torino non mi trovavo bene e venni sapere della possibilità di venire qui. Mi chiamò mister Donadoni, che mi fece debuttare in Nazionale, e in quel brutto periodo della mia vita, in cui persi mia madre e mio padre nel giro di 40 giorni, decisi di trasferirmi a Parma per le persone che sapevo ci lavoravano. In quel momento della mia carriera avrei anche voluto smettere, ma arrivare qui, nonostante non ricevessimo lo stipendio, mi ha fatto incontrare certe persone, certi compagni, certi tifosi che mi regalarono un immenso ritorno emozionale che tuttora mi porto dentro. Da allora mi innamorai follemente di Parma. L’anno della retrocessione pensavamo davvero di poterci salvare, poi ci hanno tolto i punti di penalizzazione. Io sarei rimasto anche in Serie D, nonostante avessi un contratto con il Milan, ma non mi hanno chiamato. Tutino non è inferiore rispetto a Coda, è un giocatore di una qualità incredibile. È forte, forte, forte! Con Iachini Vazquez giocava più vicino alla porta ed era più libero di fare la giocata, avendo meno compiti di rifinitura. Per aiutare questo tipo di giocatori qua servono uomini di movimento che capiscono il gioco e favoriscano quindi il palleggio».