In occasione dei suoi 60 anni, l’ex Palermo Pietro Maiellaro è stato intervistato da Gianlucadimarzio.com:
«Non ho grossi rimpianti, sono felice per come è andata e per quanto che ho fatto. Non era facile fare carriera, all’epoca se nascevi nell’entroterra foggiano, infatti non ci era mai riuscito nessuno. Quando ho smesso ho sofferto molto, oggi un pizzico di nostalgia c’è nel vedere il calcio di oggi. Forse ho fatto parte di un’epoca con grande qualità in campo, oggi a livello economico sarebbe stato fantastico far parte di questo calcio. Da bambino giocavo per strada a Lucera e quando eravamo proprio fortunati giocavamo in parrocchia. Era la vera gavetta, imparavi a fare sterzate e cambi di direzione. Oggi manca il calcio degli oratori, ed è quello che ti rende calciatore».
Poi l’aneddoto sul suo passaggio dal Taranto al Bari:
«Sono stato cinque ore e mezza nella sede del Bari, non volevo firmare. Poi mi chiamò il presidente tarantino Vito Fasano e in lacrime mi spiegò che era necessario che andassi via affinchè la squadra si iscrivesse al campionato. Il giorno dopo sono dovuto tornare a Taranto, a prendere le mie cose dall’armadietto. Mi hanno nascosto in auto nel cofano per non farmi riconoscere, perché la gente stava sotto la sede societaria ed era inferocita».