Intervistato ai microfoni de “Il Corriere dello Sport” Alberto Fontana è così ritornato a parlare in merito alla sua esclusione avvenuta diversi anni fa al Palermo, quando c’era ancora Sabatini come ds rosanero, ecco le parole dell’ex portiere: «Sabatini fu un signore. Mi spiegò che avevano speso sette milioni per Amelia e che il sottoscritto in panchina avrebbe creato problemi perché al primo errore la gente mi avrebbe chiamato. Questo fa parte del calcio. Fu un errore non mandarmi via. Avevo richieste, adoravo Sirigu, era un bambino, il fratello più piccolo. Se mi avessero detto di fare il secondo a Sirigu avrei risposto di no, sarei diventato un’ombra scomoda per lui. Un giovane si lancia e basta; un anziano si cede. Io mi rivolsi agli avvocati? Chiariamo. Nei miei confronti furono dette molte falsità. Che andavano contro cose del genere. Mettevano in dubbio la mia professionalità e non era giusto. Non bruciavo ventiquattro anni di carriera per certe menzogne. Ecco perché mi rivolsi agli avvocati. Toccato sul vivo e da tante invenzioni, minacciai di andare fino in fondo per tutelare la mia dignità. Con Sabatini, ripeto, ho avuto un rapporto bellissimo, mi ha parlato a quattr’occhi, un signore con la s maiuscola».