L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta un’intervista all’ex rosanero Arturo Di Napoli il quale si è espresso sia sul Palermo di oggi che della sua esperienza in rosanero.
Ecco qualche estratto:
«Palermo? Mi viene in mente una città meravigliosa e generosa, che mi ha fatto crescere e mi ha insegnato tanto. Sportivamente, ma, soprattutto, culturalmente. Una tifoseria fantastica. E chi se lo scorda quel bellissimo mare di Mondello. Arrivai a Palermo con Maurizio Zamparini, fu la sua prima stagione. I miei ex compagni più forti? Pippo Maniero e Lamberto Zauli, il nostro Zidane. E vi racconto un aneddoto: era il 19 gennaio del 2003, dovevamo affrontare il Lecce, in casa. Stavo per essere ceduto all’Atalanta, quando, la sera prima della partita, vennero a parlarmi il direttore sportivo Rino Foschi e il mister Daniele Arrigoni, chiedendomi di giocare, perché Maniero stava male. Segnai 2 gol. Vincemmo 2-0 e mi emozionai. Alla fine, la società decise di non cedermi. Mi dissero che in caso di promozione mi avrebbero rinnovato il contratto, ma perdemmo la serie A proprio all’ultima giornata e mi ritrovai svincolato. E l’anno dopo andai al Messina, dove conquistai la serie A, nello stesso anno in cui anche il Palermo raggiunse la massima serie».
Che squadra deve costruire il Palermo per ritornare in serie A? «Il Palermo deve tornare in serie A. Lo scorso anno, purtroppo, è mancata la continuità, ma anche un po’ di fortuna. Eugenio Corini, però, che conosco molto bene, sia come persona, che come professionista, è l’uomo giusto per riportare il Palermo dove merita. Conosce la città, è molto amato e i tifosi lo sostengono e lo supportano. Ha grandi capacità e gli auguro il meglio. Il City Football Group è ambizioso e vuole puntare in alto. La rosa è competitiva, ma va rafforzata in tutti i reparti. Credo che servano due difensori esperti, due esterni, due centrocampisti di qualità e un attaccante forte da affiancare a Matteo Brunori, che mi piace veramente tanto».