In una lunga intervista rilasciata a “Il Corriere dello Sport” l’ex tecnico rosanero Delio Rossi ha così parlato del suo modo di allenare, facendo anche un riferimento a Maurizio Zamparini: «Non tutti i presidenti sono uguali. Zamparini è diverso da Lotito, è diverso da Aliberti, è diverso da tutti quelli che ho avuto. Hanno una caratteristica: dopo un po’ pensano tutti di capirci di calcio. Molte volte è vero, ma se io e lei vediamo una partita, la vediamo alla stessa maniera e magari concordiamo nell’individuare delle défaillances, delle difficoltà, dei difetti. La differenza è che, nel momento in cui lei ha visto queste mancanze, è finito il suo lavoro. Lì invece inizia il mio lavoro. Questa è la diversità. Molti pensano che sia facile, che basti fare questo o quest’altro. No, non è così, anche perché il calcio è come la scuola. Bisogna insegnare: uno pensa che partire da A e poi andare a C sia sempre un fatto graduale, lineare. Invece non è così perché parti da A poi vai a B ma poi ti sei dimenticato A e poi può darsi che C lo sai fare ma poi devi ritornare indietro. Il bello dell’insegnamento, dell’apprendimento è questo, è l’attenzione costante, perché se dai per scontato qualcosa, sbagli. Io alleno sempre come fosse la prima volta, anche se sono da quattro anni con una squadra, perché se non rinverdisci certi concetti con i giocatori, finisci con perderli. Invece i presidenti pensano in maniera erronea che un allenatore vale un altro e pensano che allenare sia facile. Non è così semplice. Per lo meno non è così schematico».