Ex rosa confessa: «Ero quasi morto. Ho visto il paradiso, poi…»
Walter Sabatini, ex ds della Roma e del Palermo, è stato davvero vicino ad andarsene, quando lo scorso settembre è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale Sant’Eugenio di Roma per una grave crisi respiratoria. Il direttore dell’Area Tecnica della Sampdoria ci tiene a ringraziare la società per la vicinanza dimostratagli in quei mesi difficili: «Ho un grande debito con la Sampdoria che non so se potrò saldare. Innanzitutto verso la società. Quando il mio corpo ha deciso di ribellarsi e di andarsene un po’ fuori dalle balle, mai Ferrero mi ha fatto pesare le mie lunghe assenze da Genova. Però non esserci stato in alcuni momenti mi ha ferito. Un altro ringraziamento va poi all’altra Samp, la squadra. Nelle finestre di coscienza mi arrivavano notizie positive, di vittorie. Mi davano una scossa, carica, la voglia di risvegliarmi e ripartire».
Quel sabato fatidico, Sabatini sarebbe dovuto andare in Cina. Se fosse salito sull’aereo, probabilmente, non avrebbe potuto essere assistito adeguatamente al sopraggiungere della crisi: «Se fossi salito su quell’aereo sarei morto. Il venerdì notte cortisone in vena e ansiolitici mi avevano un po’ stabilizzato. Però l’ultimo ricordo che ho è uno scambio di messaggi con Osti. Poi sono sparito dalla vita. Ancora adesso – racconta Sabatini a Il Secolo XIX – di alcuni periodi non so quello che è successo o quello che i farmaci mi hanno fatto credere. Di Sabatini in questa Samp c’è pochissimo, anche se non sono le rivoluzioni a fare le squadre. Abbiamo portato giocatori asserviti al progetto. Ekdal sta facendo dimenticare Torreira. Chi lo avrebbe detto? Avrei potuto fare tanto di più e meglio, lo so e me ne rammarico moltissimo».