Euro 2032, Abodi: «Proposta dei 5-6 stadi entro ottobre 2026. Aprile 2027 saranno aperti i cantieri»

An Milano 17/11/2014 - premio internazionale 'Il bello del calcio' / foto Andrea Ninni/Image Sport nella foto: Andrea Abodi

Intervistato da “La Gazzetta dello Sport” il Ministro per lo Sport, Andrea Abodi, ha parlato di tanti temi: tra cui la situazione stadi proiettandosi ad Euro 2032.

«Politica? Non sempre si comprende il ruolo che ha la politica nello sport. A dimostrarlo è il fatto che spesso ci si aspetta che la politica faccia cose che non può fare. Non siamo riusciti a far comprendere all’opinione pubblica e a far apprezzare il privilegio dell’autonomia, che non deve giustificare omertà, inerzia e inefficienze. Da me ci si aspetta che faccia il C.T., il presidente della Figc, quello del Coni, il Giudice Sportivo. Non c’è un’educazione alla conoscenza del sistema istituzionale. Alla fine il gioco è attribuire la responsabilità a qualcun altro».

«Euro 2024? Parlando degli Europei, dopo la sconfitta di Berlino è mancata l’autocritica, l’assunzione di responsabilità, un confronto in Consiglio federale, a partire da una relazione del presidente Gravina. Le elezioni, anticipate, come primo passo mi sono sembrate una risposta istintiva e non il frutto di una riflessione comune. Di certo, questa accelerazione ha reso utile e ancora più necessario l’emendamento Mulè, nella sua versione finale. Alla prima avrei dato parere negativo, lo avevo detto anche al presidente Uefa Ceferin, con cui in Germania ho avuto un confronto franco e costruttivo, contrariamente a ricostruzioni fantasiose e non corrette. In ogni caso, ora mi auguro che la norma, che verrà approvata nelle prossime ore, trovi attuazione immediata per libera volontà della Figc e delle sue componenti».

«Euro 2032? Ci sono tanti progetti e mi sento di tranquillizzare tutti sul fatto che organizzeremo, con la Turchia, l’Europeo 2032. Faremo la proposta dei 5-6 stadi all’Uefa entro ottobre 2026 e entro aprile 2027 saranno aperti i cantieri. La nostra idea per le infrastrutture, però, va ben oltre: stiamo facendo un lavoro strutturato e concreto, mai svolto prima, con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, insieme a Cdp, Invimit, l’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, SACE e Sport e Salute, con la prospettiva di allargarlo al Ministero delle Infrastrutture. Questo gruppo di lavoro, di cui fa parte anche la Figc, identificherà nelle prossime settimane, poche, il portafoglio degli strumenti finanziari e amministrativi che metteremo a disposizione dei vari progetti. Con il ministro Giorgetti stiamo ragionando anche di crediti d’imposta per le infrastrutture, da associare a quelli per i settori giovanili e il calcio femminile».