La Svizzera sembra affrontare con ottimismo e determinazione l’imminente sfida contro l’Italia a Berlino. L’atmosfera rilassata e al contempo combattiva del ritiro a Stoccarda, dove i giocatori si spostano in bicicletta e l’ambiente è tranquillo nonostante la vicinanza alla città, riflette una squadra serena e pronta. La vittoria nell’amichevole contro l’Under 19 dello Stoccarda e il clima positivo, nonostante qualche delusione individuale come quella di Noah Okafor, mostrano una squadra che sta lavorando bene insieme.
L’assenza per squalifica di Widmer potrebbe essere un problema per il coach Murat Yakin, ma le opzioni per la sostituzione sembrano solide, con Stergiou e Zuber pronti a entrare. L’attenzione con cui hanno osservato la partita dell’Italia contro la Croazia indica un’approccio meticoloso e strategico, puntando a capire e a sfruttare al meglio i punti deboli degli avversari.
La fiducia espressa da Rieder e il commento di Yakin sulla necessità per l’Italia di preoccuparsi del loro gioco, evidenziano una squadra che non si sente inferiore nonostante le difficoltà. Con la loro storia di risultati solidi anche contro avversari impegnativi, la Svizzera sembra pronta a dare battaglia e a dimostrare le proprie capacità in questo importante incontro.
Ecco le parole di Yakin:
«Non possiamo dire che siamo favoriti perché affrontiamo l’Italia, però la partita con la Germania ci ha dato grande fiducia e non ci possiamo nascondere, siamo convinti di potercela giocare”. Effettivamente la Svizzera è ancora imbattuta e, pur procedendo ad alti e bassi (vittoria con l’Ungheria, pari con Scozia e Germania), ha mostrato le sue consuete armi: solidità, decisione e spirito di gruppo. “Abbiamo seguito molto attentamente la partita dell’Italia analizzando tattica e strategia degli azzurri – ha detto Yakin alla tv Srf -. Nei prossimi giorni approfondiremo la valutazione dell’avversario nel dettaglio, e sinceramente non vediamo l’ora di affrontare l’Italia. In realtà non vogliamo preoccuparci più di tanto della squadra di Spalletti, e penso che sia vero il contrario: è l’Italia a doversi preoccupare di come giochiamo visto che le cose per noi stanno funzionando bene»