Euro 2024 Stasera Italia-Inghilterra, le probabili formazioni e come vederla in tv
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma su Italia-Inghilterra in programma questa sera.
Chissà se Vialli, da lassù, riuscirà a soffiare e spingere il pallone in rete come il 14 novembre 1987. Doppietta alla Svezia e qualificazione all’Europeo in Germania del giugno successivo timbrata al vecchio San Paolo, oggi intitolato a Maradona. Mancini, guarda caso, era in panchina. Vicini gli aveva preferito Altobelli, evitando di riformare in attacco la coppia di amici doriani. L’Italia all’epoca viveva dentro l’abbondanza, a volte scomoda da gestire. Bearzot nel 1982 escluse Pruzzo, capocannoniere della Serie A, dalla lista per i Mondiali in Spagna. Persino un fuoriclasse come Bruno Giordano non ha avuto una carriera luminosa in Nazionale. Il nuovo numero 9 siamo andati a cercarlo in Argentina, San Fernando, provincia settentrionale di Buenos Aires.
TENTAZIONE. Questa sera, quasi certamente, ci aggrapperemo a Mateo Retegui, 23 anni. Giocava a hockey prato, segna gol a raffica nel Tigre, è di proprietà del Boca Juniors e sino a due settimane fa nessuno lo conosceva, esclusi gli addetti ai lavori. Famiglia di origini siciliane. Mamma Maria e la sorella Micaela, con papà Carlos, in tribuna. È l’ultimo oriundo selezionato dal ct, disperato per la crisi di vocazione dei centravanti italiani. Sembra in pole su Gnonto, l’inglesino. Immobile e Raspadori ko, Scamacca ancora in rodaggio, Chiesa di nuovo fermo, Pinamonti e Kean mai esplosi. Così Mancini, a cui piace il rischio, è tentato. Può sganciare l’argentino consigliato da Veron e paragonato a Batistuta. Un debutto nel tempio di Diego, che storia.
BRIVIDI. Napoli significa l’intreccio del destino, non solo il desiderio degli azzurri di sentirsi protetti da uno stadio e da una città in amore. L’abbraccio di Wembley, in un gioco di luci struggenti, verrà proiettato sul campo nel pre-partita. I riflettori disegneranno la sagoma di Luca, ex capodelegazione, scomparso a gennaio. Qui, dove Spalletti sta dipingendo lo scudetto e Kvara traiettorie impossibili, Mancini proverà a riscoprire il tocco magico che ci aveva illuminato a Londra. Da ct visionario, costretto a inventare futuro e suggestioni («Prima Pafundi, poi tutti gli altri»), a conservatore nel giro di un attimo. La gratitudine non paga, si disse un anno fa, subito dopo il ko con la Macedonia. Ma i campioni d’Europa siamo noi e certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano, come cantava Venditti. E allora largo agli eroi di Wembley, forse nove su undici nel blocco dei titolari a 620 giorni di distanza dalla finale, per provare a battere di nuovo l’Inghilterra aprendo il cammino che dovrà portarci, da detentori del titolo, verso Germania 2024. Ci fossero stati anche Ciro e Fede, sarebbe stato en plein. Insigne, volando in Canada, ha salutato l’azzurro. Tempi lunghi per la ricostruzione.