Domani sera, 20 giugno, alle ore 21.00 andrà in scena la seconda partita degli azzurri ad Euro 2024. L’Italia di Spalletti affronterà la Spagna e, per presentare il match è intervenuto proprio il Ct anche in conferenza stampa:
«Spagna? Voglio vedere un’Italia che ripeta la buona prestazione che ha fatto contro l’Albania nonostante davanti ci sia una delle più grandi scuoli calcistiche del mondo. Loro sanno fare calcio offensivo, qualità, squadra corta e intepretano tutto benissimo. Bisognerà non avere pause e avere quella voglia matta di far vedere che anche la nostra è una scuola importante. Secondo me la chiave è giocare bene a calcio, tenendo di più la palla. Poi con la Spagna ci sarà qualche verticalizzazione in più perché loro non ti aspettano al limite dell’area. Il dilemma è sempre quello, bisogna verticalizzare per vincere. Se la squadra avversaria, come ha fatto l’Albania, sta al limite dell’area con la linea difensiva cosa verticalizzi? La Spagna te la fa addosso la partita, vanno a pressare sempre anche il portiere, noi a volte lo concediamo. Morata va 20 volte su 20 in pressing sui retropassaggi, e la squadra si alza sulla metà campo. E allora qualche volta qualche pallata da dietro ci sta, se sapremo riconoscerla e se avremo la possibilità nei tempi delle giocate. Ci sono sempre due strade per fare delle vittorie e fare calcio: il gioco di squadra e i grandi campioni che hanno i grandi strappi che non puoi sostenere perché hanno più roba nei muscoli e vanno in campo aperto più forte del normale. Noi abbiamo la prima strada da percorrere perché poi ci manca qualcuno che abbia quel livello top per vincere le partite da solo».
«Rigorista? Scamacca, Retegui, Dimarco. Poi secondo me li sa battere Calafiori e Jorginho… Tanto se ne batte uno o due per ora, c’è uno di questi giocatori. Bisogna sempre avere quello di scorta se il tiratore iniziale non se la sente. Formazione? Questa volta la formazione la dico domani e non il giorno prima perché anche degli altri non mi è arrivata nessuna notizia di chi gioca. E’ una delle mie partite più importanti in carriera: tutti abbiamo delle storie da raccontare e i calciatori si accorgeranno quando arriveranno alla mia età che avranno bisogno di storie da raccontare. Questa è una di quelle partite che può determinare quelle storie. Che gara sarà? La Spagna è diventata questa perché ha fatto sempre lo stesso calcio ed è diventata così riconosciuta perché ha avuto il coraggio di mantenere nel tempo la stessa idea di calcio, la stessa richiesta e la stessa disponibilità del calciatori. Si parla di calcio internazionale, di confronto con scuole di calcio più definite. Per arrivare a quei livelli bisogna fare quello che hanno fatto loro, riproporre sempre la stessa idea di calcio. Una volta si tenta di giocare a pallone e si riesce a stare nella loro metà campo. Ma il tentativo di fare la partita c’è. Loro hanno tutto da un punto di vista di caratteristiche individuali e di squadra. Dovranno essere più alti i tempi di reazione nostri, il ritmo è quello. Con la Croazia picchiano sempre allo stesso modo, la Croazia gli è entrata in queste pause. Noi dobbiamo essere bravi a mantenere sempre lo stesso livello».
«Yamal? Bisogna riuscire a trovare equilibrio non solo a livello tattico. Dieci calciatori che dribblano non si possono sostenere, Yamal è più bravo a fare quello ma ha meno disponibilità quando deve ripiegare. Bisogna saper fare entrambe le fasi. Dobbiamo mettere a posto delle cose ma siamo sulla buona strada, perché abbiamo preso qualche ripartenza di troppo, se ci metto anche le qualificazioni. Poi oltre al singolo e l’individualità c’è la squadra, poi se uno ha l’accelerazione con massimo 34 e gli altri 29, loro hanno tempi di reazione inferiori. Se saremo bravi penseremo a cosa fare nell’uno contro uno. Mi preoccupa di più il livello di calcio che dobbiamo proporre noi. La chiave che apre la porta della possibilità di vincere la partita è il livello che facciamo noi. La Spagna sa fare cose che sono importanti e a volte dovremo subirla, ma le intenzioni devono essere di quelle giuste. Abbiamo rispetto per la storia e la qualità della Spagna, sarebbe un errore pensarsi più forti di quelli che si è, ma noi abbiamo le possibilità di giocarci la nostra partita. Mi piace molto il gioco della Spagna. Hanno uno stile offensivo, un certo numero di giocatori che pressano alto. Quindi, come ho detto prima, dovremo fare un buon lavoro per trovare un uomo libero il più rapidamente possibile, altrimenti saremo costretti a fare un passaggio lungo verso la nostra linea d’attacco. Ci sono molte nazionali che giocano un calcio offensivo e la Spagna è una di queste, ma non è l’unica. Concretezza? Tenteremo di fare ugualmente la partita. Bisogna essere bravi a fare questi cambi di velocità per portare a casa quel vantaggio che ci siamo procurati con l’inizio dell’azione. Quando si arriva davanti al portiere siamo già a dama, cioè biisogna fare gol ma prima bisogna arrivarci. La tranquillità di poter fare quasi sempre gol è difficile. Poi bisogna sempre parlare anche di coraggio, emozione, responsabilità. Si fa un’analisi corretta e tentare di mettere a posto la semplicità dell’esecuzione quando siamo lì. Che è una cosa semplice. Va trattata così e non come complessa altrimenti diventa tutto difficile. Quando ci troviamo lì dobbiamo pensare che è la cosa più semplice fare gol, altrimenti poi si va a caricare quell’emozione che hanno i ragazzi nel giocare questa partita. Folorunsho la sera pensa a giocare la partita, non ad altro, per quello che è il suo percorso, siamo sicuri. Sarebbe sbagliato fargli sembrare tutto più pesante e difficile».