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Euro 2024, Spalletti presenta Italia-Svizzera: «Affrontiamo una squadra che sta bene in campo»

Luciano Spalletti, Ct dell’Italia, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del match Italia-Svizzera valida per gli ottavi di finale di Euro 2024.

«Sono in contatto con tanti miei ex calciatori e Kvara è uno di questi, ci siamo scambiati i complimenti per il passaggio del turno. Ora è a un livello top e può giocare contro qualsiasi avversario e in qualsiasi squadra. Giovani da far giocare? Di ragazzi che spingono per arrivare ad alti livello ce ne sono molti e noi dobbiamo avere il coraggio di farli giocare. E’ un calcio un po’ differente, si va meno verso lo strappo individuale, ma è sempre la soluzione migliore per creare un calcio di altissima qualità».

«Al di là del fatto che tutti si ricordano di quel momento, noi sul pullman avevamo Buffon che ha parlato di quella finale a tutti e ci ha fatto rivivere quella emozione che noi a quei tempi lì abbiamo vissuto da casa. Abbiamo anche questo confronto da onorare, dobbiamo essere al livello di questo confronto che i giocatori hanno portato a casa. Lo sa che ci sono tifosi dell’Italia anche in Brasile? E’ una responsabilità maggiore sapere che abbiamo tifosi in tutto il mondo, anche in Brasile. Anche se contro Albania e Croazia eravamo in minoranza dentro lo stadio, sapevamo di avere tutti i tifosi e tutto il nostro pubblico davanti alla televisioni. Questo affetto si percepisce lo stesso, anche se non sono presenti. Non lo so, secondo me noi per rendere evidente ciò abbiamo da fare qualcosa di meglio rispetto a quanto fatto finora. Avevamo questa qualificazione che si sentiva moltissimo, era stato un sorteggio difficile e i calciatori l’hanno un po’ subito, come probabilmente l’ho subito anche io. Ora mi aspetto di vederli più sciolti, anche perché la considerazione va subito allo scontro diretto. Non puoi andare a ragionare, a fare calcoli, a fare quelle valutazioni che a volte ti condizionano sulla prestazione, devi per forza agire. Si va al turno successivo se si vince questa partita…».

«Chi sono i rigoristi di questa Nazionale? Il rigorista è quello che riesce in quel momento lì a gestire bene l’emozione quando capita. Noi i rigori li abbiamo fatti battere a tutti, però non è una soluzione ideale se andiamo già a pensarci… Se si provano troppi rigori, se si battono tutti bene non lo so. In questi giorni qui i rigori sono entrati tutti, sembravano tutti rigoristi. Poi magari fai la partitina e già vedi qualcosa di differente. Sarà importante avere uno spessore di personalità fondamentale, noi faremo di tutto per tentare di vincerla la partita e sappiamo che abbiamo un cliente scomodissimo davanti. Lo dicono i risultati: ci sono state squadre che hanno passato il turno molto bene, anche se non erano accreditate, e questo la dice lunga sulla difficoltà di giocare qualsiasi partita».

«Ci aspettiamo un undici molto duttile. Che svolgimento di gara si aspetta?
E’ sempre la stessa cosa. Noi non siamo stati ancora capaci di esprimere il livello che possiamo esprimere: in alcuni momenti sì, ma poi non siamo riusciti a mantenerlo nel tempo. Questa qualificazione arrivata all’ultimo secondo, che però secondo me è meritata, deve comunque farci pensare che non possiamo permetterci quei cali di tensione come li abbiamo avuto all’inizio dei secondi tempi, in dei momenti delle partite. Il fatto di essere ormai dentro il cuore della competizione perché ti sei qualificato ti dà quel livello che devi esibire sempre perché non c’è alternativa. A livello psicologico e di personalità mi aspetto un po’ di più rispetto a ciò che fin qui siamo riusciti a far vedere».

«Si vanno a prendere tutti gli spunti che possono determinare un po’ di reazione, un po’ di stimoli. Poi lo stadio, il ricordo di quella finale e Buffon che ci racconta duemila cose. Siamo vogliosi di determinare tutto il meglio possibile per il nostro popolo, per i nostri tifosi. E’ chiaro che c’è da vedere dentro la partita reale se si recepiscono tutte queste cose oppure no. Noi siamo lì apposta, ascoltiamo più cose possibili dai nostri calciatori e cerchiamo di dar loro quanti più stimoli è possibile perché aggiungendo cose giorno dopo giorno può scattare il click quando meno te l’aspetti. La gara di domani sarà lo step successivo, vedremo se sarà questo il momento per raccogliere tutta questa serietà e tutto questo impegno che abbiamo messo a disposizione.

«Svizzera? Yakin è molto bravo, la Svizzera è una squadra che sta bene in campo e ha fatto vedere contro la Germania le sue qualità. Per quello che abbiamo visto e per quella che è la conoscenza diretta, sappiamo che ha qualità e forza. Xhaka è un giocatore importante a livello internazionale. Però sono tutte cose che fanno parte del livello e del calcio che noi possiamo esibire. Scamacca? Lui il gol lo può fare in qualsiasi momento, ha quella qualità e quell’estro, quei guizzi che ti sbranano. Fa più fatica a essere collegato nei comportamenti con la squadra. Scherzando con lui l’avevo definito pigro, poi se n’è riparlato e lui è rimasto molto divertito da questa cosa… Però poi per poterle esibire in continuazione le sue qualità ha bisogno di essere sempre dentro la squadra e su questo fa un po’ più di fatica. Deve restare sempre legato e nelle condizioni di ricevere. Perché poi i metri li fa, quando si guardano i satellitari il suo lavoro lo porta a casa, ma non sempre nel modo giusto e questo lo penalizza un po’. Però poi ha un estro e una forza… ha un tiro che faccio fatica a trovarne un altro così bravo tra quelli che ho allenato. A volte se sono dietro la porta quando calcia si fa fatica a scansarsi. Gioca domani? E’ da vedere, è l’unico dubbio che ho. Però poi ci sono da fare altre valutazioni, ma non ci sarà uno che resterà fuori tra Scamacca e Retegui, danno entrambi grosse soluzioni e c’è solo da capire chi far giocare prima e chi dopo. Chi sostituirà Calafiori?
Bastoni va visto domani, Dimarco non ci sarà. Bastoni ha riavuto qualche linea di febbre, l’abbiamo messo apposto e oggi stava molto meglio. C’è da vedere stanotte che risposta arriverà. Al posto di Calafiori gioca Mancini, ha quella esperienza corretta e in questo caso qui voglio giocare con un destro a destra e un mancino a sinistra. Preferisco così».

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Redazione Ilovepalermocalcio