L’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport” parla della cavalcata dell’Italia a Euro 2020.
Wembley: uno degli stadi leggendari del pianeta football. Un’icona del calcio mondiale, dove gli azzurri esordirono il 6 maggio 1959, pareggiando 0-0 con l’Inghilterra e dove Fabio Capello regalò un successo storico il 14 novembre 1973, consegnando la prima vittoria italiana contro i cosiddetti “maestri”.
Ora gli ottavi di finale in programma il 26 giugno. I fan azzurri dovrebbero essere pochi, massimo 2.000: le restrizioni in atto, all’ingresso in Inghilterra e al ritorno in Italia, azzerano di fatto la spedizione in trasferta. Per entrare in Gran Bretagna, bisogna infatti effettuare un test molecolare entro 72 ore dalla partenza e prenotarne altri due da sostenere durante la quarantena, esattamente al secondo e ottavo giorno. Prima di ripartire per l’Italia, altro esame entro 72 ore, poi uno all’arrivo e quarantena, in vigore da oggi fino al 30 luglio. Non solo: entro 24 ore dalla sfida di sabato, va effettuato un test rapido, condizione fondamentale per l’accesso a Wembley. Altra storia chi risiede nel Regno Unito: i nostri connazionali sono circa 700 mila e possono riempire 7 volte e mezzo l’impianto londinese nel suo abituale sold out, 90 mila posti.