Escl. Zeman: «Ai miei ho detto di divertirsi. Palermo ha vissuto due giornate storte. Ecco cosa serve per fermare i rosa. Mio padre…»
L’Acr Messina si prepara a sfidare il Palermo. Le due compagini, che si troveranno di fronte per quella che sarà la tredicesima giornata del campionato di Serie D, vivono un momento di forma differente. L’Acr Messina ha affidato, dopo Cazzarò e Rando, la squadra a Karel Zeman che ha conquistato due vittorie in altrettante partite, che sono servite a rimettere in corsa la squadra; il Palermo, invece, ha collezionato una sconfitta e un pareggio nelle ultime due giornate, senza siglare alcuna rete. Proprio in vista della gara di domenica, la nostra redazione, ha intervistato Karel Zeman:
Mister, dal suo arrivo, l’Acr Messina sembra aver cambiato passo e lo si vede dalle due vittorie in due gare. Cosa ha detto alla squadra quando è arrivato?
«Ho detto solo di divertirsi mentre giocano, ma anche di far divertire chi viene a vederci. Poi, penso che il resto debba venire di conseguenza».
Le difficoltà della squadra erano a livello psicologo o di gioco?
«Le difficoltà erano generali. C’erano negatività sia nello spogliatoio che nell’ambiente, cosa che, sicuramente, non fa mai bene. Vedere tutto in chiave negativa non fa mai bene».
Al suo arrivo ha subito dichiarato che a gennaio farete diversi cambi alla rosa della squadra. Era un modo di motivare la squadra a dare il massimo o state già cercando dei rinforzi?
«La società, quando ha chiamato, è stata molto chiara. In quel momento la squadra era a quattordici punti, con il Palermo a trenta e si riteneva che gli investimenti fatti non avrebbero potuto proseguire per questa stagione perché inutili. Dal punto di vista del budget deve esserci un forte ridimensionamento. Questo non significa peggiorare, anzi dobbiamo ridimensionare il budget e migliorare i risultati, cosa che, al momento, stiamo facendo».
Vi trovate ad un punto dalla zona play off. Il vostro obiettivo è raggiungerla o cercherete, nonostante la distanza, di raggiungere la testa della classifica?
«Due settimane fa si parlava di disastro o catastrofe, per il momento dobbiamo cercare dalla fase negativa e cercare di fare qualcosa di buono. Non si sa mai dove possiamo arrivare, il campionato è lungo. Al momento c’è poco da sognare, dobbiamo avere continuità di risultati e poi pensare ad altro».
Domenica trasferta in casa del Palermo capolista. Nell’ultima gara interna per il Palermo è arrivata una sconfitta. Questo ha dimostrato che il Palermo non è imbattibile.
«Sì, ma la sconfitta è arrivata con il Savoia che è una delle squadre meglio attrezzate. Ci può stare una giornata negativa, però, non credo che tante altre squadre faranno risultato col Palermo».
È anche arrivato il pari in casa della Palmese, quindi non è una sola la giornata negativa.
«Ci possono stare due giornate storte (ride, ndr)».
Lei parlava di giornate storte, ma è solo questo oppure c’è anche la bravura degli avversari nel fermare i migliori del Palermo?
«Un po’ tutte e due le cose. Sicuramente non si può essere al top della forma per tutta la stagione. Magari alcuni avversari sono più bravi a preparare la partita o in quella giornata trovano le giuste contromisure. Dal di fuori non è semplice giudicare».
Cercherà di imbrigliare, come fatto dal Savoia, Martin che è il fulcro del gioco rosanero o sta studiano altre soluzioni?
«Per fermare il Palermo, secondo me, bisogna fermarne più di uno. Soprattutto, comunque, bisogna avere una forte identità di squadra, ma non nemmeno se questo basterà. Ci dovremmo aiutare tutti sia in fase difensiva che in fase offensiva, questo, spero, potrebbe creare qualche grattacapo. Non sarà certamente facile».
Si può parlare di campionato riaperto o no?
«Se devo fare una previsione dico: non è aperto e non lo sarà mai, ma è una previsione. Quando mi capitava di scommettere non vincevo mai (ride, ndr). Non sono un grande premonitore, questo è solo un mio punto di vista».
Lei è figlio di Zdenek Zeman, me le ha dato qualche consiglio su come preparare le sfide, in particolare su affrontare il Palermo?
«Sinceramente no. Nel corso della sua carriera sono stato io a rompergli le scatole e dargli qualche consiglio. Lui mi ha sempre lasciato fare di testa mia. Ho tratto insegnamento dai suoi allenamenti e dalle sue partite. Conosco Palermo, visto che sono nato lì, e il “Barbera” perché quello è stato il primo stadio in cui sono entrato. So benissimo di cosa si tratta»
Suo padre verrà al “Barbera” per assistere alla gara? Per chi farà il tifo secondo lei?
«Che io ne sappia, no. Dipendesse da me vorrei venisse quando la squadra avrà imparato a giocare meglio. Se dovesse venire non potrò proibirglielo. Mi auguro faccia il tifo per me, altrimenti sarebbe grave (ride, ndr)».