Escl. Vasari (intervista integrale): «Tanti bei ricordi a Palermo, la promessa fatta a mio padre e l’esordio con il Parma campione d’Europa. Tutto su Zamparini, De Zerbi e…»
Gaetano Vasari, detto “Tanino” dai concittadini, è una bandiera per il calcio siciliano e del capoluogo. Attaccante del “Palermo dei Picciotti”, è stato anche protagonista nella storica promozione in serie A arrivata nel 2004. Palermitano DOC, ha militato nel giro di altri club, tra i quali la Sampdoria, prossima avversaria dei rosanero. Avendo vestito, dunque, entrambe le maglie, la redazione di Ilovepalermocalcio ha contattato Vasari in esclusiva, per poter parlare con lui del Palermo del presente e del passato…
Gaetano, il prossimo match dei rosanero sarà Sampdoria-Palermo. Tu, da ex giocatore di entrambe le squadre, come vedi questa partita?
«La Samp viene da una sconfitta e avrà il dente avvelenato. Io ho giocato 3 anni con i blucerchiati e Marassi è un campo difficile. Il Palermo è una squadra che da quando è arrivato De Zerbi sta facendo un buon calcio e c’è molto entusiasmo. Sarà una partita difficile per entrambe le squadre, mi auguro che sia una partita spettacolare e che alla fine vinca chi più merita».
Cosa pensi del nuovo allenatore rosanero De Zerbi, arrivato dal Foggia (Lega Pro)?
«De Zerbi è un allenatore molto giovane, sta dimostrando di essere molto preparato e la sua mano si è vista fino a domenica. Quando era a Foggia, ha lasciato la sua traccia sfiorando la serie B, a Palermo sta facendo molto bene e mi auguro che possa far meglio per il bene del mio Palermo».
Sei stato un grande attaccante del Palermo quando giocavi, cosa ne pensi dell’attuale centravanti rosanero Nestorovski?
«Nestorovski è una sorpresa. Ha realizzato il gol del pareggio con il Crotone e ha fatto il gol vittoria a Bergamo regalando 4 punti importanti per la classifica. Per giudicarlo ancora è presto, ma le qualità per andare avanti ce li ha».
In generale, chi ti ha stupito di più di questo nuovo Palermo?
«Mi ha stupito il gruppo, sinceramente ero titubante su questa rosa, il mio pensiero era che nelle prime 4 partite non avrebbe fatto un punto invece ha dimostrato di dire la sua in chiave salvezza».
Sei anche parte della storia del club: oltre al “Palermo dei Picciotti”, hai fatto parte della rosa della storica promozione in serie A, al secondo anno di Zamparini. Che rapporto avevi con il presidente?
«Il mio rapporto con Zamparini? In 10 mesi lo avrò visto 5 volte. Ricordo un particolare: un giorno entrò nello spogliatoio per salutare tutti noi… mi chiamò Gasbarroni, a Corini lo chiamò Mutarelli! Poi con noi calciatori dialogava poco e niente».
Cosa pensi dell’attuale cessione del Palermo e di tutte le voci sugli investitori stranieri?
«Cessione del club rosanero? Fino ad oggi si sono sentite solo chiacchiere e niente di concreto. Mi auguro solo che il Palermo possa andare in buone mani e che diano a questa città e a questi tifosi ciò che merita, una squadra che lotti per i primi posti della classifica».
Qual è il ricordo più bello della tua esperienza calcistica a Palermo?
«Di bei ricordi ce ne sono tanti nella mia esperienza con questa maglia. Ricordo un Palermo-Parma , la mia prima partita ufficiale al “Renzo Barbera”. Il Parma era una squadra stellare che aveva vinto la coppa UEFA, una squadra fortissima. Entrammo in campo con una voglia pazzesca di far bene e alla fine vincemmo 3-0 grazie ad una mia doppietta. Mi sentivo in un sogno. Ci sono tanti altri ricordi ma l’emozione più grande è stata la promozione nel 2004 nella massima serie, quando ho segnato un gol nell’ultima partita. Promessa fatta a mio padre prima che morisse».
Nell’ultima partita di serie B, contro il Bari, segni anche tu un gol. Lo stadio esplode, il boato è fortissimo. Adesso al “Barbera” la situazione in Curva Nord è ben diversa e lo stadio è sempre più vuoto. Tutto l’opposto di quella sera contro i pugliesi. Cosa ti senti di dire a riguardo, essendo anche un palermitano?
«La curva? E’ una tristezza vedere gli ultras divisi, sarebbe belle rivedere quella curva “uno per tutti, tutti per uno”, ritrovando la curva invidiata da tanti… Una bolgia!».