Escl. Sampdoria-Palermo, Delio Rossi: «I miei auguri al club rosanero. Corini, Pirlo e… la cessione di Cavani. Vi dico tutto»

In vista della prossima sfida dei rosanero contro la Sampdoria di Andrea Pirlo, per tale occasione ilovepalermocalcio.com ha intervistato il doppio ex Delio Rossi.

Di seguito le sue dichiarazioni:

Qual è il ricordo più bello della sua esperienza in rosanero e qual è stato il calciatore che più l’ha impressionata?

«Paradossalmente il mio ricordo più bello è stato anche il più brutto. Sicuramente il più bello è stato vedere lo stadio Olimpico quasi interamente rosanero. E’ stata un’emozione incredibile trasferire tante persone con tanto affetto, calore, partecipazione ed allegria in uno stadio del genere. Quella sensazione è stata tanto bella quanto brutta perché non riuscire a regalare qualcosa che a parer mio meritavamo, anche se il campo poi ha detto diversamente considerando i grossi problemi di formazione che avevamo. Un altro momento negativo è stato il non essere riuscito a portare il club in Champions League perché in quel periodo la squadra lo meritava. Sui calciatori, con me tutti si sono sempre comportati bene per cui sembra antipatico fare delle graduatorie però sicuramente se dovessi scegliere dei giocatori dovrei parlare di quel gruppo storico composto da: Balzaretti, Cassani, Migliaccio, Bovo, Miccoli… più di coloro che magari apparivano di più come Cavani, Pastore, Ilicic o Kjaer che sarebbe scontato nominare. Nella nostra politica dovevamo arrangiarci e sacrificare qualcuno per poterci permette di partecipare a campionati di livello. Quindi ogni tanto dovevi cedere pezzi importanti e tanti ragazzi sono cresciuti per via della presenza di un’ossatura forte e sana permettendo di crescere anche gli altri».

Come mai, nell’era di Zamparini, quella finale di Coppa Italia invece di segnare l’inizio di un nuovo ciclo positivo ha scaturito nel presidente la scelta di cedere quell’ossatura che aveva permesso grandi risultati?

«Zamparini era prima di tutto un’imprenditore e tutto quello che è successo credo che avesse a che fare esclusivamente con situazioni esterne a quelle calcistiche. La sua passione per il calcio era incredibile».

Nel periodo della sua esperienza a Palermo il calcio italiano ed il campionato di Serie A mostrava talenti e calciatori incredibili ciò quanto era indicativo della qualità che aveva la sua squadra in quel periodo?

«In quel periodo era assolutamente così, il calcio italiano poteva contare dei migliori calciatori, o quasi, che c’erano in circolazione. Mentre adesso siamo costretti a venderli al calcio estero, in quel periodo erano loro a venire da noi. Quella squadra aveva dei valori tecnici incredibili e meritava di raggiungere la Champions League, inaspettatamente la Sampdoria è riuscita a vincere sul campo della Roma, che poi per quel motivo ha perso il campionato, e noi non siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo. Infatti, sapendo che dovevamo cedere un pezzo importante, il presidente Zamparini aveva deciso di cedere Cavani anche se io non ero d’accordo. Anche perché Cavani era uno che arrivava davanti la porta sei o sette volte a partita, magari era ancora precipitoso o frenetico però era uno che aveva delle qualità importanti e sapevo che prima o poi con serenità e esperienza sarebbe esploso. Io esplicitamente consigliai al presidente di non cederlo in Italia ad una squadra che era nostra concorrente, considerando che quell’anno probabilmente noi eravamo più forti del Napoli anche se adesso con gli investimenti fatti è diventata una grande realtà, ma consigliai di cederlo all’estero essendo io un tecnico che voleva solo il bene del Palermo».

Rimanendo su quel periodo, quel gol sbagliato da Budan quanto avrebbe cambiato la storia del Palermo?

«Col senno di poi si possono dire tante cose… La storia è quella e ormai non può esistere la controprova. Sicuramente ci si ricorda sempre di chi vince e non di chi perde, anche se io non sono di questa idea. A chi ha assistito a quelle partite rimarrà la gioia di esserci stati».

Tornando al Palermo più recente. La squadra allestita e mister Corini potranno riuscire a raggiungere l’obiettivo promozione?

«Non è importante quello che penso io ma quello che pensa la società. Mi sembra che la società possa garantire un futuro solido al club al di là della possibile promozione raggiunta. E’ sempre la società che fa la strategia e trova gli uomini giusti per poter portare avanti quella strategia. Di certo se la società è facoltosa e lungimirante prima o poi l’obiettivo lo raggiunge. Se i risultati della squadra devono fare la società e chiaro che poi possono esserci dei problemi. Quindi quello che penso io non è importante ma lo è quello che crede la società. Se ha allestito questa squadra con questi uomini credo che sia convinta di riuscire con queste pedine a raggiungere la Serie A».

Quale squadra, di questo campionato di Serie B, fin qui l’ha più impressionata e quali club possono competere con i rosanero per la promozione?

«Il campionato di Serie B è lungo, estenuante e non è detto che quello che adesso è bianco può diventare nero o viceversa. Senza dubbio credo che il Parma secondo me possa essere uno dei club qualitativamente più forti della B però ci sono sempre sorprese. Lo scorso anno ad esempio il Bari era arrivato ad un soffio dalla Serie A e quest’anno invece sta facendo fatica. Una sorpresa potrebbe sicuramente essere il Catanzaro anche se ancora è troppo presto per dirlo. Ad esempio la Sampdoria fin qui ha deluso e si presumeva, scendendo dalla Serie A, che potesse lottare per i primi posti e invece si trova in una situazione molto precaria. In B ci sono sempre quelle squadre come il Venezia o le squadre che sono scese dalla A, appunto, che ti possono far pensare qualcosa e invece ci sono sempre delle sorprese. Ma ribadisco che è ancora davvero troppo presto per dare giudizi».

Sul momento negativo della Sampdoria, come può un tecnico riuscire ad emergere da una situazione così complicata?

«Io personalmente, almeno nella mia vita, ho sempre pensato che quando le cose vanno male devi pensare bene e quando vanno bene devi pensare male per rimanere sempre sul pezzo. Se ne viene fuori, soprattutto quando sei in Serie B che i valori sono differenti da quelli della Serie A, con la compattezza dell’ambiente come il rapporto tra la società e l’allenatore o del tecnico con la squadra e tra questa componenti l’ambiente esterno. Di solito ne esci fuori quando tutti remano dalla stessa parte. Troppe volte invece si cerca non il come venir fuori da certe situazioni ma anzi si cerca il colpevole. Quindi magari tutti danno la colpa agli altri e diventa un rincorrersi e poi il problema rimane. Invece secondo me bisogna fare un quadro della situazione e cercare di venirne fuori tutti insieme nonostante non sia per nulla una bella situazione».

Pirlo è l’uomo giusto per tirar fuori la Sampdoria da questa situazione?

«Io non so come si rapporta Andrea con i giocatori per cui non posso sapere certe dinamiche. Posso solamente dire che sicuramente sul campo la squadra non sta rendendo bene. Conosco il Pirlo calciatore e fare l’allenatore e il calciatore, nonostante gli alti livelli, non è lo stessa cosa. Anche qui non è importante ciò che penso io di Pirlo ma ciò che pensa la società per capire se nella situazione in cui si trova il club se lui è la persona giusta per uscire da questa situazione. Lì non puoi essere superficiale o hai fiducia di questa persona e quindi sai che prima o poi è in grado di venirne fuori oppure devi mandarlo via. Perché non puoi solo sperare che faccia qualche risultato per salvare la panchina. Quando sento dire queste cose secondo me è già un’allenatore esonerato perché non ha piena fiducia. Tu devi avere fiducia indipendentemente dai miei risultati. Perché mi vedi lavorare, vedi come mi rapporto con i giocatori e loro come si comportano negli allenamenti e durante le partite. Dunque è un discorso più generale, per cui tra lo aspettare un’andamento della partita preferisco che un tecnico venga esonerato prima. Ad esempio Zamparini era un uomo morale nel senso che se vincevi anche giocando male lui era contento. Se ad esempio giocavi male magari lui vedeva delle cose e in quel momento agiva per come si sentiva. Era un uomo che ti diceva in faccia quello che pensava. A me non faceva piacere che diceva a volte le cose prima ai giornalisti che a me però era una persona schietta».

Che partita sarà Sampdoria-Palermo e che atteggiamento avranno le due squadre?

«Il Palermo arriva da un pareggio ed una sconfitta mentre la Sampdoria da un periodo brutto. Secondo me deciderà la gara chi avrà meno paura. Sulla carta il Palermo, che in trasferta fa benissimo, penso che partirà avvantaggiato soprattutto considerando l’andamento della Sampdoria. Ma per me sarà una partita in cui vincerà chi avrà meno paura se la Sampdoria dovesse mostrarsi impaurita rischia di perdere un’altra volta. Il Palermo se si porta le scorie di questi due ultimi risultati, potrebbe andare in contro a problemi. E infine conclude- ci tengo a fare gli auguri alla società e tifosi per i suoi 123 anni di storia».

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Rosario Di Stefano