Momento delicato in casa rosanero. Novellino è arrivato da poche settimane e questa sosta, dovuta agli impegni della nazionali, sarà utile per far comprendere alla squadra gli schemi e le tattiche dell’ex allenatore del Modena. Di salvezza e delle problematiche che si stanno vivendo in viale del Fante ne abbiamo parlato con Roberto Biffi. Ecco le parole raccolte in esclusiva ai microfoni di Ilovepalermocalcio.com dell’ex capitano e bandiera del Palermo degli anni 90.
Capitano, cosa pensa della stagione del Palermo?
«In realtà speravo che potesse, a questo punto, essere in una posizione tranquilla o almeno con meno ansie. Probabilmente qualcosa non ha funzionato: i dirigenti, il presidente e gli stessi allenatori che son passati quest’anno sicuramente non pensavano di trovarsi a questo punto».
Secondo lei riuscirà a centrare l’obiettivo della salvezza?
«Si, più che altro perchè il Palermo ha affrontato in questo periodo squadre di alto livello, a parte l’Empoli domenica scorsa. Ma lo stesso Empoli in questa stagione soprattutto in casa, ha fatto tremare anche squadre importanti. Quindi il pareggio ad Empoli, per il Palermo è stato un ottimo risultato. E’ normale che le squadre che sono dietro al Palermo, lo stesso Carpi che lo ha scavalcato, abbiano recuperato qualche punto dato che avevano scontri più abbordabili. Ma alla fine anche Carpi e Frosinone dovranno affrontare squadre di prima fascia. Quindi in questi momenti il Palermo deve essere bravo ad approfittarne».
E’ arrivato da poche settimane Novellino che nella scorsa settimana ha cambiato nuovamente modulo schierandosi con un 4-1-4-1 con Vazquez “falso nueve”. E’ questa la posizione più congeniale per il fantasista argentino?
«Vazquez è un giocatore che in qualunque posizione lo metti fa sempre la differenza. E’ normale che Novellino ha nel proprio dna una fase difensiva ordinata ed attenta e questo può essere l’arma in più per questo Palermo da qui alla fine. Però se non prendi gol va bene, ma per vincere le partite devi anche farli. Quindi non so fino a che punto sia un modulo congeniale per l’attuale momento dei rosanero. Spero che tutto funzionerà e andrà bene. Ma se vogliono vincere le partite devono fare gol e sfruttare le occasioni. Come è accaduto con Struna contro l’Empoli. Se avesse segnato con tutta probabilità il Palermo avrebbe portato a casa i tre punti che avrebbero fatto fare un salto veramente importante alla classifica dei rosanero».
C’è stato qualche calciatore che l’ha impressionata in maniera favorevole?
«Io sono sempre dell’avviso che i calciatori italiani sono i migliori, abbiamo poche nazioni che sono più preparate di noi anche a livello tattico. Se proprio devo dire un nome dico Pezzella che nonostante la giovane età ha dimostrato di poter avere un ruolo importante nel Palermo. Poi sarà il tempo a dirlo, ma secondo me è uno di quelli che dirà la sua nel calcio italiano».
Che partita sarà Chievo-Palermo?
«A livello di statistica credo che il Chievo sia una squadra che porta bene ai colori rosanero, anche da quando c’ero io. Quindi la cabala, secondo me, è anche una cosa importante nel calcio. Però io credo che il Palermo a Verona andrà per fare punteggio pieno. Il Chievo è in salute, però a volte le motivazioni di squadra fanno dare ai calciatori qualcosa in più. E se il Palermo non avrà le motivazioni superiori a quelle del Chievo vorrà dire che non sono sulla strada giusta per ottenere la salvezza».
Qual’è il ricordo più bello che la lega a Palermo, sia per quanto riguarda la squadra che la città?
«Io a livello di squadra dal primo giorno che sono arrivato al Palermo fino all’ultimo, ho sempre trovato qualcosa di
buono. Anche nei momenti sportivamente difficili. Tutto mi ha dato qualcosa di importante sia a livello sportivo che umano. Questa è la cosa che mi porterò sempre dentro. A Palermo sono cresciuto: sono arrivato da ragazzo e sono andato via da uomo. A Palermo sono maturato sotto tutti i punti di vista. Con la città avevo un grandissimo rapporto. Ero il capitano della squadra. Andare in giro per la città ed essere avvicinato da diversi tifosi per l’autografo era una cosa fantastica. Anche fuori dal calcio mi sono trovato benissimo. La gente di Palermo mi ha sempre voluto bene ed io ho sempre dato tutto per quella maglia e per quella città. Sono contento di essere stato il capitano del Palermo è un ricordo che mi porterò dentro per sempre».
Che effetto le fa vedere, praticamente tutte le domeniche, il “Barbera” vuoto?
E’ una brutta sensazione, l’ho provata anche io. Con Salvemini il secondo anno la squadra era stata costruita per arrivare in serie A, invece ci salvammo anonimamente. Allo stadio venivano solo gli abbonati, i paganti erano davvero pochi. Vedere lo stadio con così poca gente è desolante. Capisco anche i giocatori attuali della squadra rosanero. Quando vai al campo e vedi poca gente, non dico che dai meno, ma anche lo stimolo che stai lottando insieme a tutta la gente non c’è. Vedere lo stadio pieno è tutta un’altra storia».