Escl. Rigoni: «Sassuolo squadra più forte della B. Il mio gol ai neroverdi e gli screzi con Ballardini…»

“Il Sassuolo la ritengo la squadra più forte del campionato cadetto. Per la categoria, gli emiliani possono contare su dei fuoriclasse e sicuramente sarà una bella partita. Non va però dimenticato il possibile ‘fattore Barbera’, uno stadio importante nel quale è molto bello giocare. Il sostegno del pubblico può rappresentare un’arma in più a favore dei rosanero”.
Queste le parole ai microfoni di Ilovepalermocalcio.com dell’ex centrocampista del Palermo Luca Rigoni, in vista della sfida di domenica contro il Sassuolo.

Suo uno dei due gol nella vittoria del rosanero del 2014 contro gli emiliani. Cosa ricorda di quella partita?
«Quella fu una partita dominata da parte nostra ed ebbi il merito di sbloccarla dopo pochi minuti con un gol di testa da calcio d’angolo. Non riuscimmo poi a raddoppiare e così arrivò il pari del Sassuolo, prima della rete determinante nel finale di Belotti. La nostra era una squadra importante che aveva trovato la sua dimensione dopo una partenza in sordina, rendendosi protagonista di una stagione positiva e ricca di soddisfazioni».

Lei riuscì a entrare nel cuore dei tifosi a suon di gol. Nel secondo anno poi la separazione improvvisa dopo la sconfitta in Coppa Italia contro l’Alessandria. Cosa avvenne in quella occasione?
«Palermo è stata una piazza che ho voluto fortemente e dalla quale ho ricevuto tanto, anche in termini di affetto da parte della gente. Nel secondo anno a novembre, con il cambio di guida tecnica e l’arrivo di Ballardini al posto di Iachini, iniziarono ad affiorare le prime crepe con l’apice arrivato in occasione della sconfitta in Coppa con l’Alessandria. Il presidente Zamparini decise di mettere fuori squadra me, Maresca e Daprelà, accusandoci di scarso impegno. Io non avevo un buon rapporto con Ballardini e così si arrivò alla separazione, con il mio approdo al Genoa».

Lei a Verona ha conosciuto Italiano, protagonista di una grande annata alla guida del Bologna. Pensa possa essere pronto per lo step successivo con l’approdo in una big?
«Con Italiano ho condiviso una promozione in A con il Chievo e la successiva salvezza, arrivata dopo una grande rincorsa. La sua grande visione di gioco da centrocampista lasciava pensare a un futuro importante nel ruolo di allenatore, con le aspettative che sono state rispettate. Fiorentina e Bologna sono due realtà importanti ma ritengo che Italiano possa essere pronto e meriti l’ulteriore passo in avanti nella sua carriera».

Rubrica, “La dolce metà di…” Rigoni. Parla Giada: «Abbiamo voluto fortemente Palermo, qui stiamo bene. Vi racconto Luca fuori dal campo…»

Tornando a domenica: da una parte ci saranno Brunori e Pohjanpalo, e dall’altra dovrebbero figurare Berardi, Mulattieri e Laurienté. Quale attacco sceglie?
«Senza nulla togliere agli attaccanti rosanero, penso che quelli del Sassuolo sulla carta abbiano qualcosa in più».

Lei ha iniziato la carriera da allenatore nelle giovanili del Vicenza. Dei tecnici con i quali ha lavorato, a chi si ispira maggiormente?
«Ho avuto la fortuna di lavorare con diversi allenatori bravi e preparati. Gasperini, Juric, Pioli e Iachini sono stati tutti tecnici di alto livello e da ognuno credo di aver preso qualcosa. A Vicenza sto vivendo un’esperienza importante, amo questa nuova veste e se guardo al futuro mi vedo nel calcio dei grandi».