Escl. Preziosi: «Thiago Motta pronto per la Juve. Non comprai il Palermo perché…»

«Palermo? Quando venne fuori l’opportunità di prelevare il club venni bloccato dalla norma che vincolava l’operazione alla vendita del Genoa. Si tratta di una grandissima piazza che oggi mi sembra ben gestita e che sicuramente tornerà ai vecchi splendori». Parole dell’ex patron del Genoa, Enrico Preziosi (vicino, in passato a prelevare il club rosanero), ai microfoni di Ilovepalermocalcio.com.

Contento del successo in Europa League di Gasperini?

«Siamo amici, ci vogliamo bene e sono un suo sponsor. Per queste ragioni il suo successo mi ha fatto molto piacere. Adesso avrà trovato gli spunti necessari per proseguire la sua storia con l’Atalanta. Lui è molto legato alla famiglia e alla società nella quale lavora e ricordo che ai miei tempi la scelta di separarci fu più mia che sua».

Ritiene che Thiago Motta possa essere pronto per allenare la Juventus?

«Diverse volte ho sostenuto il suo valore e la sua natura di allenatore di stampo europeo. Lui è più che pronto per misurarsi con una realtà come quella della Juventus. Il suo exploit al Bologna non mi ha sorpreso così come l’ottimo lavoro svolto da Palladino al Monza e da Gilardino al Genoa».

Che impressione le ha fatto il suo vecchio Genoa?

«Ottima. Come detto è gestito bene, si è rivelata una squadra difficile da battere che applica un pressing asfissiante. Gilardino ha fatto un grande lavoro».

Curioso di vedere il Como in Serie A?

«Dopo tanti anni era giusto che tornasse nella massima serie. La squadra ha alle spalle una società solida, nella quale lavorano persone con grandi capacità. Penso ne sentiremo parlare molto in termini positivi».

Quali giocatori le hanno regalato più soddisfazioni e quali che l’hanno delusa di più?

«Milito e Thiago Motta sono quelli che mi hanno regalato più soddisfazioni. Quelli dai quali mi aspettavo qualcosa di più sono tanti. Volendo pensare a due nomi potrei fare quelli di Ocampos, che fece molto bene dopo aver lasciato il Genoa, e di Figueroa che non confermò da noi il suo valore».

Manca nel calcio di oggi, fatto di multiproprietà e gruppi, la figura del patron vicino al club?

«Penso che dagli investimenti fatti dalle multinazionali, nessuno di questi abbia generato loro un ritorno positivo. Questi investitori non sono dei matti e prevedo che presto si renderanno conto del fatto che in Italia è molto difficile fare soldi con il calcio».

Le manca il calcio?

«Assolutamente no. Ho già dato il mio contributo, senza ricevere quanto avrei meritato. La riconoscenza del resto non fa parte di questo mondo».