«Penso si prospetti una bella partita. Il Palermo dopo il cambio di allenatore è in cerca di certezze, sopratutto in vista dei playoff. Il Parma è continuo e ha disputato un campionato incredibile. È una squadra matura, pronta a vincere il campionato». Queste le parole ai microfoni di ilovepalermocalcio.com di Antonio Nocerino, doppio ex di Palermo-Parma in programma venerdì allo Stadio Renzo Barbera.
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Cosa hanno rappresentato per lei le esperienze al Palermo e Parma?
«Sono due esperienze imparagonabili. A Parma sono arrivato in un periodo poco felice della mia vita e nonostante io sia stato lì per soli sei mesi, la gente mi ha aiutato tantissimo. Palermo è casa mia. Palermo è tutto. In rosanero sono cresciuto e ho avuto la possibilità di farmi conoscere, vivendo una città fantastica con gente bellissima. Palermo è quell’amore che non si dimentica mai»
C’è una suo compagno ai tempi del Palermo che l’ha fatta arrabbiare per quello che avrebbe potuto fare e non ha fatto?
«In tal senso potrei parlare di Hernandez e Michedlidze, due giovani che avrebbero potuto fare di più. Io però ho giocato in una squadra fortissima, a mio avviso il Palermo più forte che ci sia stato. Non me ne vogliano gli altri considerato che i rosanero hanno vantato anche campioni del mondo, ma il gruppo del quale ho fatto parte ha raggiunto in quei tre anni dei risultati incredibili».
Non vedere il Palermo di oggi competere per la promozione diretta, rappresenta una delusione?
«Le aspettative erano alte, ma non si può parlare di delusione. Esiste un progetto serio a lungo termine e per tale motivo il Palermo può definirsi in costruzione. In questo momento la Serie A del Palermo è rappresentata dal centro sportivo. Adesso i tifosi rosanero possono contare su un club solido e strutturato e se non si verificherà nell’immediato, il ritorno nella massima serie avverrà certamente in futuro».
Ricorda la cosa più particolare che le è capitata nei suoi anni vissuti a Palermo?
«Vivevo in centro e spesso i ragazzi che lavorano nel bar vicino casa mi chiedevano di lasciargli mio figlio, per permettermi di fare la spesa con calma. Questo per raccontare la grande umanità della gente di Palermo. Se mi avessero proposto di rimanere a vita in rosanero lo avrei fatto. Io e mia moglie abbiamo pianto al momento del nostro addio al Palermo. Sogno di tornare allo stadio e visitare il museo».
Lei a Benevento ha conosciuto Insigne. Secondo lei come mai ha deluso le aspettative al Palermo?
«Roberto le qualità le ha. Basti guardare quanto fatto l’anno prima a Frosinone. A volte per il successo di un calciatore però devono incrociarsi diverse cose. Per giocare a Palermo ci vuole personalità e grande mentalità, perche quella rosanero non è una maglia come tutte le altre. Questo può avere influito ma spesso quando le cose non vanno bene, le responsabilità vanno suddivise tra i vari interpreti».
Cosa pensa della mina vagante Catanzaro?
«Il Catanzaro è forte. È un gruppo guidato da una allenatore bravissimo, che sta mostrando una grande idea di gioco. Catanzaro è il frutto di un progetto partito dal campionato di Serie C e per me non rappresenta una sorpresa. Il loro modo di giocare è veramente spaventoso».
A Bari invece Iachini non è riuscito a compiere un’altra delle sue imprese nel campionato cadetto.
«Il mister non ha la bacchetta magica e il tempo è stato poco. Il Bari già da qualche anno provo a tornare in Serie A ed è la dimostrazione di quanto sia complicato il campionato cadetto. Mi dispiace tanto per mister Iachini e per il Bari, piazza che merita di tornare nella massima serie».
Che idea si è fatto del botta e risposta social tra Leao e Cassano di qualche giorno fa?
«Leao è un giocatore dal grandissimo potenziale, che deve e può fare molto di più. Non seguo molto i social, terreno nel quale possono esserci anche dei fraintendimenti e malintesi. Per quello che ha mostrato nella sua carriera e non solo però vi posso garantire che Cassano di giocatori se ne intende. Leao può arrivare a livelli alti, ma tutto dipenderà da lui».