La prima esperienza da allenatore nel capoluogo siciliano di Bortolo Mutti risale alla stagione 2001/02, quando ancora alla presidenza dei rosanero c’era Franco Sensi. In quel campionato di serie B, ottenne il decimo posto e alla fine della stagione lasciò il club. Dieci anni dopo, nel dicembre del 2011, ritorna a Palermo per sostituire Devis Mangia, questa volta con presidente Maurizio Zamparini. Dopo aver ottenuto un sedicesimo posto nella stagione di serie A, lascia il Palermo senza rinnovare il contratto. Il suo passato è anche legato al Pescara, essendo stato un giocatore biancoazzurro nella stagione 1975/76, nella serie cadetta. Oggi, la redazione di Ilovepalermocalcio, a due giorni dalla gara Palermo-Pescara, ha contattato in esclusiva mister Mutti per poter parlare proprio della prossima gara dei rosanero e della sua esperienza nel club del capoluogo siciliano.
Palermo-Pescara di giovedì sera sarà una gara salvezza. Come vede l’approccio dei due club alla partita?
«Sono un po’ gli antipodi, sia come testa che come umore. Palermo viene da una vittoria importante che ha riacceso sicuramente il motore dei rosanero. Potrebbe essere un ulteriore punto di partenza se dovesse riuscire a battere il Pescara. I delfini, invece, in questo momento sono in grande fibrillazione ambientale e psicologica, diciamo. Il 3-0 subito dal Bologna è veramente un grande macigno sulla testa, ha ridotto al minimo indispensabile l’autostima di tutta la squadra. Quindi sarà una partita molto difficile dal punto di vista psicologico per il Pescara, anche per la grande iniezione di fiducia che hanno avuto i rosanero».
Come giudica l’operato dei tue tecnici, ovvero Corini e Oddo?
«Corini non si può giudicare, sono situazioni in cui non hai metro di giudizio. Ha vinto una partita rocambolesca a Genova, era praticamente persa e l’ha ribaltata andando a vincere. Adesso deve mandare avanti un percorso in cui deve lavorare e tutto il resto verrà da solo. Per il Pescara il discorso è diverso, togliendo i 3 punti ottenuti tramite la giustizia sportiva, i delfini stanno facendo un campionato indecoroso. Bisogna anche chiamare in causa l’allenatore, per cui oltre le tante belle parole, l’unico responsabile è il tecnico con la società».
Crede ci sia qualcuno, nella rosa del Palermo, che potrà essere decisivo per le sorti del campionato? Nestorovski ad esempio…
«Proprio lui è il giocatore che se sostenuto e se la squadra gli dà il giusto appoggio, può essere l’arma vincente per centrare la salvezza. E’ chiaro, non deve essere abbandonato a se stesso».
La cessione del presidente Zamparini all’ipotetica cordata cinese, potrebbe essere una scelta corretta per il club di viale del Fante?
«Non so dire se è giusto o meno, ma il presidente è l’anima del Palermo e anche il corpo. Finché c’è lui la società avrà un futuro, adesso diventa difficile dare un giudizio sulla cessione della società, sono cose molto personali e aziendalistiche. Lui finora ha sempre detto che con tutte le problematiche della città, sia nel bene che nel male, ha sempre dato importanza alla squadra. Quest’anno è un anno di sofferenza, come può capitare anche a una provinciale, per cui io mi terrei stretto Zamparini. Poi è chiaro, è anche la sua volontà e deciderà di conseguenza».
Mister, qual era il suo rapporto con il presidente?
«Con lui c’è stato un buon rapporto, abbiamo avuto sempre molto rispetto l’uno dell’altro. Anche se, come sempre, avevamo alcuni pensieri un po’ diversi su certe posizioni, ma è pur sempre stato un rapporto molto limpido».
Infine, con Corini sulla panchina dei rosanero, pensa che il Palermo riuscirà a salvarsi nella stagione ancora in corso?
«Si chiude una prima parte e se ne riapre un’altra, il cammino è lungo per cui ci sono tutte le condizioni per poter fare bene nella sessione di mercato invernale, la quale potrà riaprire anche il margine di recupero. Questo margine è abbastanza possibile, ipotizzando anche che l’Empoli perda questa sera a Bergamo. Il Palermo vincendo col Pescara ridurrebbe al minimo la distanza, poi è tutto da giocare».