Escl. Morganella: «Palermo deve ritrovarsi. Sul City Group e il razzismo…»

«Seguo sempre il Palermo anche da lontano. Quando posso vedo le partite e se non riesco mi informo comunque del risultato. La squadra aveva intrapreso un ottimo trend, peccato per quanto avvenuto nelle ultime partite. Adesso il gruppo dovrà ritrovarsi e compattarsi, per far valere le proprie qualità ai play-off». Questo la disamina di Michel Morganella ai microfoni di ilovepalermocalcio.com, sul momento delicato del Palermo.

Il tecnico Corini è uscito tra i fischi nell’ultima partita interna. Che ricordi ha del suo vecchio allenatore?

«Sicuramente i fischi ricevuti nell’ultima partita gli avranno fatto male. Nel periodo passato insieme ho conosciuto una persona corretta e ricordo il suo discorso quando lasciò la panchina, fatto quasi con le lacrime agli occhi. Tra i tanti allenatori che ho avuto non era un tipo che urlava come lo è stato ad esempio Sannino, ma sapeva comunque farsi sentire».

Il Palermo fa parte della galassia City Group. Cosa pensa di questa nuova frontiera del calcio?

«Io sono più legato all’idea dell’unico proprietario della singola squadra. La mia non vuole essere una critica al City Group, protagonista tra l’altro di investimenti importanti per la squadra. È però inevitabile che un gruppo proprietario di più squadre possa dare preferenza a una in particolare rispetto alle altre».

Cosa ha pensato quando ha saputo della morte di Maurizio Zamparini?

«Non volevo crederci. Zamparini è stato un personaggio particolare ma lo ringrazierò per sempre per tutto quello che ha fatto per me. Spesso a Palermo è stato criticato, ma credo sia giusto non dimenticare le pagine importanti da lui scritte nella storia rosanero».

La delusione più forte avvertita nella sua storia al Palermo?

«Mi è sicuramente dispiaciuto non andare neanche in panchina nella mia ultima partita al Palermo. Ero in scadenza di contratto e dopo dieci anni di storia in rosanero, non mi venne data la possibilità di salutare i miei tifosi. Questa resta la delusione più grande che ancora oggi non mi spiego. Per il resto però ho solo dolci ricordi che legano il mio cuore a quella piazza e alla sua tifoseria».

Tiene banco l’episodio Acerbi-Juan Jesus per le presunte offese razziste da parte del nerazzurro. Lei visse un episodio analogo alle Olimpiadi del 2012 che le costarono la partecipazione.

«In quell’occasione risposi a pesanti insulti indirizzati alla mia famiglia. La mia non era una frase razzista e complice anche una traduzione non perfetta, fini per diventarlo. Però ho subito voltato pagina è fatto esperienza. Oggi il mondo dei social è ricco di “haters” e invito tutti a non perdere troppe energie dietro queste cose».

Chi è oggi Michel Morganella?

«Oggi sono una persona per così dire “normale” che lavora nel mondo del fotovoltaico e si dedica alla propria famiglia. Ho lasciato alle spalle il mondo nel calcio nel quale mi sono divertito tantissimo ed è giusto che io adesso abbia un lavoro come tutti gli altri. Voglio trasmettere il messaggio ai miei figli che nella vita devi dare per poter ricevere. Oggi me li godo e li seguo nel loro percorso calcistico al Milan».

Magari allora in futuro potremo vedere un altro Morganella in rosanero?

«Mi piacerebbe, ma per loro la strada è ancora lunghissima. Sicuramente proverò a tornare in città in estate organizzandomi con la mia famiglia e quando il lavoro me lo permetterà. Ormai devo chiedere le ferie (chiosa ridendo l’ex rosanero, ndc)».