La proposta della Lega Pro, cioè di bloccare i ripescaggi per i club della Serie D, ha fatto scalpore. La LND non ci sta e non vuole sentir parlare di questa situazione. Il vice presidente della Lega Nazionale Dilettanti Sandro Morgana, intervistato dalla redazione di Ilovepalermocalcio.com ha parlato di questa proposta, del protocollo presentato per far ripartire la Serie A, ma anche della situazione legata ai prestiti che scadranno il 30 giugno. Queste le sue dichiarazioni:
Partiamo subito dalla proposta della Lega Pro, la LND come ha preso questa richiesta?
«Io non voglio fare commenti su questa cosa, ma semplicemente dire che: quando si discute dell’assetto di campionati nazionali il luogo preposto a queste decisioni è il Consiglio Federale con tutte le sue componenti. Sibilia l’ha detto chiaramente, lì si prendono le decisioni e la LND farà valere i diritti e gli interessi delle proprie società. Il blocco dei ripescaggi riguarderebbe tutto il sistema di promozioni e ripescaggi. Io comprendo che ognuno, in questo momento, cerca di mettere in moto tutte le iniziative necessarie per salvaguardare il proprio sistema sportivo, anche noi dovremo salvaguardare il nostro perché in questo momento la base del sistema calcistico, cioè la LND, appare più debole economicamente».
Questo blocco dei ripescaggi vedrebbe coinvolte anche quelle squadre che sono prime in classifica in Serie D?
«Il blocco dei ripescaggi è una cosa che deve decidere il Consiglio federale. Finché non lo farà io starei molto tranquillo e non discuterei di questa cosa».
È stato presentato il protocollo per far ripartire la Serie A. Questo sembra difficile da attuare per la Serie B e la Serie C, quindi per la Serie D significa chiusura della stagione?
«Noi sosteniamo una tesi e lo facciamo con grande determinazione. Torneremo a giocare quando il Governo e il comitato scientifico diranno che si potrà tornare a giocare. È abbastanza evidente una cosa, il protocollo pensato per la Serie A è difficile per loro, figuriamoci per la Serie B, la Serie C e per un sistema come quello dilettantistico dove è di difficile attuazione. Noi rispettiamo tutte le decisioni che il Governo ha assunto, lo facciamo nella convinzione che è l’unica cosa che possiamo fare. Riprenderemo a giocare quando il Governo ci dirà che lo potremo fare. La nostra volontà è quella di tornare a giocare, questo tornare a giocare deve essere messo insieme all’aspetto della sostenibilità. Se il sistema della LND va sottoposto a delle prescrizioni sanitarie molto rigide con una spesa non indifferente ha bisogno di somme di denaro. Il Governo ha detto che metterà a disposizione delle somme ingenti, lo faccia e lo faccia subito perché noi abbiamo bisogno di queste certezze. Noi chiediamo di tornare a giocare perché non vogliamo fare campionati a tavolino. Se non si potrà tornare a giocare il Consiglio direttivo della LND prenderà le decisioni consequenziali, ma noi non vogliamo ledere nessuna delle nostre società».
Se non si dovesse tornare a giocare vi aspettate tanti ricorsi?
«È una delle ipotesi da non perdere di vista. Questo potrebbe avvenire».
In Italia i decessi legati al Coronavirus sono tanti, ma ci sono anche altri problemi. Pensare di tornare a giocare è corretto?
«Io penso una cosa: credo che in generale noi abbiamo voglia di tornare a vivere. Una volta finito di piangere i nostri morti avremo voglia di tornare a vivere e produrre, di tornare a fare qualcosa di buono per la nostra nazione. Credo che il calcio sia specchio per questa società italiana perché ha 40 milioni di appassionati. Noi abbiamo una seconda fase e a questa, in attesa del vaccino, dobbiamo abituarci. Io sono per rispettare le regole, io le rispetto restando a casa e non mi muovo perché questo è un contributo che posso dare per far rinascere il Paese, ma nel momento in cui mi si verrà detto che dovrò correre qualche rischio perché ne ha bisogno la mia nazione, ne ha bisogno il sistema calcistico io correrò questo rischio perché voglio tornare a vivere felice. Se devo morire di Coronvirus preferisco morire felice, no mentre sto a casa».
La UEFA ha già detto che anche se si dovesse tornare in campo i prestiti termineranno il 30 giugno. Questo problema come potrebbe essere ovviato in Serie D dove c’è l’obbligo degli Under e molti sono in prestito?
«I problemi tecnici non sono solo questi. La stagione sportiva inizia l’1 luglio e termina il 30 giugno, ma se si dovesse sforare questa data verranno messi in atto dei correttivi necessari a garantire l’andamento della stagione. I nostri tecnici sono bravissimi e lo risolveranno immediatamente. Se si deve andare avanti si trovano le soluzioni».