Escl. Montanari (Milano Finanza): «Palermo società poco appetibile per gli investitori, prossimo anno rischia il rosso. Bifulco…»

Da alcuni ormai il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, ha espresso la volontà di ritirarsi dal mondo del calcio e cedere la società. In passato si è parlato di sceicchi interessati a rilevare il club siciliano, oppure ancora di cordate messicane. Da qualche mese, invece, circolano voci sempre più insistenti sul gruppo italo-americano guidato da Frank Cascio, originario di Costelbuono e tifoso rosanero, oltre che su una cordata cinese. Frank Cascio ha già inviato a Zamparini una lettera d’intenti, avanzando anche una proposta economica anche se non si tratta ancora di un’offerta ufficiale. Dal canto suo, il patron friulano ha risposto “no grazie”, poiché forse le garanzie dell’italo-americano ex manager di Michael Jackson non erano sufficienti.

La trattativa non è del tutto chiusa, ma il numero uno del club di viale del Fante ha già annunciato la possibilità di un incontro con il gruppo cinese, del quale attualmente si sa molto poco, con appuntamento fissato per il mese di ottobre. Nella giornata di oggi, infine, Andrea Montanari, firma di “Milano Finanza”, ha lanciato qualche nuova indiscrezione circa il futuro societario del Palermo. Zamparini, infatti, avrebbe sottoposto il dossier ad un gruppo di investitori finanziari di Milano, tra i quali c’è anche Rosario Bifulco, esperto manager napoletano oggi amministratore delegato della Mittel. Per fare un po’ il punto sulla possibile cessione societaria del Palermo e sull’appetibilità della piazza siciliana, Ilovepalermocalcio ha contattato in esclusiva proprio Andrea Montanari. Ecco cosa ci ha svelato…

Andrea, cosa rende una società appetibile agli occhi di un potenziale investitore?

«Solitamente si investe su squadre con un brand ed un bacino di pubblico potenzialmente internazionale. Sono i casi di Milan, Inter o Roma. Quest’ultima, ad esempio, sfrutta il nome del brand più forte che c’è in Italia: la Capitale».

E il Palermo?

«Il Palermo ha un bel nome, ma non è facile decidere di investire sul club siciliano per una questione di bacino d’utenza inferiore rispetto alle suddette squadre, oltre che per un fatto legato ai risultati. Una base di partenza di 50 milioni è un interessante viatico industriale. Da questo vanno escluse naturalmente mega plusvalenze come quella fatta con la cessione di Paulo Dybala alla Juventus. Sono cose che capitano molto di rado, per non dire una volta nella vita. Non è facile gestire questo business ed è importante saperlo fare».

Da dove arrivano i maggiori ricavi di un club italiano?

«I ricavi si fanno con i diritti TV e soprattutto con quelli europei, in particolar modo con la Champions. Va da sé che in questi casi bisogna poi attrezzare una squadra in modo tale da renderla adatta ai primi sei posti della serie A e non è facile. Ad esempio l’Udinese, considerata per anni un esempio di gestione ottimale di calcio e business, inizia ormai a chiudere i bilanci in perdita. Chi, invece, sta gestendo bene la situazione da tre anni a questa parte è Urbano Cairo a Torino. Gli utili del presidente granata arrivano però solo grazie alle plusvalenze. Un po’ come la Roma di Pallotta, che ha sempre dovuto sacrificare gioielli come Marquinos, Lamela o Pjanic per chiudere i bilanci in pareggio o con perdite sostenibili e non esser costretti a fare aumenti di capitale».

Hai nominato realtà come Udine, Roma e Torino. Come giudichi rispetto a queste l’operato della società di Maurizio Zamparini?

«Dall’esterno e da non tifoso, il patron rosanero dà l’idea di una personalità vulcanica ma che evidentemente sa quello che fa. Se Zamparini ha investito così tanti anni nel Palermo, vuol dire che aveva un piano industriale ed uno scopo ben preciso».

Tu investiresti su una realtà come il Palermo?

«No e la ragione è semplice. Il Palermo, a differenza del Cagliari, non è la squadra di una regione. Dunque il bacino di tifosi è sicuramente limitato. Il club rossoblù rappresenta tutta la Sardegna. In Sicilia, invece, ci sono il Catania, il Palermo ed il Messina».

Ultimamente i bilanci del Palermo sono stati comunque sempre positivi…

«Negli ultimi due anni Maurizio Zamparini ha fatto tanti ricavi grazie alle cessioni di Belotti, Dybala e Vazquez. Quest’anno, invece, la vedo dura. Se non esploderà il nuovo Dybala o il nuovo Vazquez, l’anno prossimo il Palermo rischia il rosso. A questo va aggiunto che essendo in serie A il club rosanero incassa almeno 35 milioni di diritti televisivi, ma allo stesso tempo i ricavi derivanti dallo stadio sono pochi. Ormai il pubblico è in calo in tutta la massima serie italiana».

Quindi il verdetto del campionato 2016/17 sarà fondamentale ai fini di qualunque trattativa per la cessione societaria, che si tratti di Frank Cascio o dei cinesi…

«Oggi ho fatto il nome di Rosario Bifulco, manager napoletano di lungo corso e di grande esperienza, dalla Fiat a Techint, attuale amministratore delegato della Mittel. È un pezzo grosso della finanza e da quanto mi risulta è coinvolto. Naturalmente è diverso comprare un club di serie A o uno di serie B, specialmente per i diritti TV ed i relativi introiti».