Nella giornata di ieri Michele Mignani, ex tecnico del Bari, ha tenuto il suo primo allenamento da nuovo tecnico del Palermo, subentrato a Eugenio Corini. Michele Salomone, giornalista barese, è intervenuto ai microfoni di ilovepalermocalcio.com per esprimere il proprio parere a riguardo.
Mignani scelta giusta per i rosanero?
«Lo dirà il campo, giudice imparziale e severo. Michele Mignani è una bravo professionista che si dedica al lavoro da mattina a sera. Fatta questa premessa, caratterialmente credo possa avere un buon rapporto con la città. Ha la grande occasione per finire il lavoro cominciato a Bari e interrotto a due minuti dalla Serie A».
Dove può arrivare il Palermo?
«Il Palermo ha un organico importante. Se la proprietà ha esonerato Corini, vorrà dire che è convinta che i risultati non siano stati coerenti con il valore della rosa e pensa che Mignani possa fare meglio. A mio avviso il Palermo ha buone chances da giocarsi ai play-off, tutto lascia pensare giocherà il preliminare in gara secca in casa. Poi diciamo che si entra nella fase imprevedibile, dove tutto può accadere. L’organico, però, è buono. Credo che l’esperienza fatta prima a Modena e poi a Bari con i play-off gli abbia insegnato parecchio».
Che ricordo ha lasciato Mignani a Bari?
«Molti pensano che dopo l’11 giugno sarebbe stato meglio per lui, e per la società, se avesse cambiato aria. Fu sostituito dopo solo nove giornate di campionato in cui il Bari aveva ottenuto sette pareggi, una vittoria a cremona ed una sola sconfitta sul campo della capolista Parma. Scelta inopportuna, considerando che poi il Bari ha dovuto cambiare ancora allenatore, senza risultati apprezzabili, anzi. Però, devo essere sincero, spesso era contestato per la gestione della partita e per le sostituzioni, spesso ispirate ad eccessiva prudenza. Comunque ha portato il Bari in Serie B con quattro giornate di anticipo e ha mancato la Serie A per due minuti e il gol di Pavoletti. Penso che quando tornerà al “San Nicola” da avversario saranno in molti a battergli le mani».
Bastano 7 partite, più eventuali play-off, per incidere psicologicamente sui singoli e sulla squadra?
«Dipende dai calciatori, sono dei professionisti profumatamente pagati. Sono loro che devono dargli una mano per tentare insieme una promozione che premierebbe Palermo per le tante amarezze sofferte in un non lontano passato».