Domenica pomeriggio il Palermo farà visita all’Atalanta nel match valido per la 15^ giornata del campionato di serie A. In vista dell’incontro con la formazione bergamasca, abbiamo intervistato il nerazzurro Giulio Migliaccio, che dal 2007 al 2012 ha indossato la maglia rosanero raccogliendo in totale 158 presenze ed otto marcature. Ecco le parole dell’ex Palermo in esclusiva ai microfoni di Ilovepalermocalcio.com.
Giulio, arrivate dall’importante vittoria esterna sulla Roma mentre il Palermo dalla sconfitta contro la Juventus. Alla luce del campionato svolto fin qui dalle due compagini, che gara sarà?
«Mi auguro di partecipare ad una bella partita. Quest’anno stiamo facendo molto bene in casa, ma anche fuori se guardiamo alla gara della scorsa settimana a Roma. Vogliamo continuare su questa scia e cercare di approfittare delle loro difficoltà».
L’inaspettata eliminazione dalla Tim Cup ha alimentato le tensioni in casa rosanero. Che Palermo vi aspettate?
«Sicuramente non un Palermo arrendevole, bensì arrabbiato. Noi però abbiamo una bella classifica e vogliamo continuare ad entusiasmare i nostri tifosi, sconfitte come quella casalinga di due giornate fa contro il Torino ci possono stare. Mi dispiace per il momento che stanno attraversando i rosanero, ma dobbiamo guardare soltanto in casa nostra perché il campionato è ancora lungo».
Oggi siete noni a quota 21 lunghezze…
«Siamo partiti con l’obiettivo di farci perdonare la difficile annata dell’anno scorso, perché abbiamo fatto un campionato al di sotto delle aspettative. Volevamo far tornare entusiasmo ai nostri tifosi e ci siamo riusciti andando per certi aspetti oltre le aspettative, fermo restando che l’organico dell’Atalanta è ottimo. Per adesso pensiamo a raggiungere quota 40 punti, poi si vedrà…».
L’anno scorso contro i rosanero in casa avete rimontato due gol e Atalanta-Palermo è terminata 3-3. Cosa è cambiato rispetto alla passata stagione?
«In casa Atalanta è cambiato praticamente tutto. Abbiamo allenatore, modulo e anche qualche interprete nuovo. Rispetto all’anno scorso sicuramente c’è più entusiasmo, perché quando il Palermo è arrivato a Bergamo noi vivevamo una situazione di classifica difficile. Di contro i rosanero viaggiavano sulle ali dell’entusiasmo, forti di un attacco formato da Dybala e Vazquez che facevano cose incredibili ed avevano anche un altro tecnico. Da entrambe le parti ci sono state rivoluzioni, quella di domenica sarà una gara completamente diversa dal 3-3 di un anno fa».
A proposito di Franco Vazquez, a Bergamo il “Mudo” non ci sarà per squalifica. Come cambierà la vostra partita?
«Franco negli ultimi due anni è cresciuto tanto e non può che farci piacere la sua assenza domenica (ride, ndr). Noi però prepariamo le partite in base a noi stessi, Vazquez non ci sarà ma il Palermo merita sempre tanto rispetto. Il “Mudo” è importante sia per i rosanero che per la Nazionale italiana dove si stava anche affermando. È forte e sono contento che Conte l’abbia chiamato, se l’è meritato».
Facendo un salto nel passato, che ricordi hai della stagione 2008/09 a Palermo dove in panchina sedeva Davide Ballardini?
«Ho un bellissimo ricordo di quell’annata. Ho avuto un inizio difficile con Ballardini, non ci conoscevamo e con lui ho fatto le mie uniche quattro o cinque panchine in cinque anni di carriera a Palermo. Non ho mai capito il perché e me lo chiedo ancora oggi, è successo tutto di punto in bianco. Ho continuato a lavorare con la serietà di sempre ed è stata comunque una stagione bellissima durante la quale ho segnato tre gol e ho giocato anche da difensore. Con Ballardini non avevo feeling, ma c’era un rispetto reciproco: lui faceva l’allenatore ed io il calciatore. Un tecnico per me valeva l’altro perché il Palermo era davvero forte come squadra».
Nella tua lunga esperienza in maglia rosanero hai conosciuto bene il presidente Maurizio Zamparini. Cosa pensi della decisione del patron di escludere dal progetto tecnico giocatori come Rigoni, Daprelà e Maresca?
«Sono dinamiche delicate che solo chi vive dentro lo spogliatoio può capire. Quando un giocatore viene allontanato o messo fuori rosa è sempre brutto e dispiace. Essere messi da parte nel nostro lavoro è difficile. Per l’esperienza che ho vissuto in Sicilia, posso dire che non ho mai avuto problemi con Zamparini. Lui faceva il presidente, prendeva le sue decisioni e mi motivava tantissimo. Atteggiamenti che io ripagavo in campo. I cinque anni a Palermo sono stati talmente belli che non ho avuto alcun tipo di problema, posso solo parlare bene del patron. Mi dispiace per i ragazzi che sono stati allontanati, ma mi dispiace anche per il presidente perché queste sono decisioni difficili da prendere».
In chiusura, vuoi dire qualcosa ai tuoi ex tifosi?
«Dico grazie per come mi hanno fatto sentire importante nel corso dei cinque anni. Sarò sempre riconoscente alla piazza rosanero, dove ho ancora tanti amici che sento molto spesso. A Palermo ho passato un quarto della mia carriera, sono esperienze che non si dimenticano facilmente. In quegli anni incredibili abbiamo fatto circa 300 punti, una finale di Coppa Italia, siamo andati due volte in Europa, la maggior parte dei rosanero giocavano in Nazionale. Era un Palermo fantastico, sono stati anni incredibili e fantastici. Ringrazio anche la società dove ho lasciato grandi professionisti, su tutti il segretario rosanero ed i due magazzinieri Pasquale e Gabriele. Conservo solo un bel ricordo di Palermo, poi dopo cinque anni ho sentito il bisogno di cambiare aria per rispetto nei miei confronti, della gente e della società. In quei cinque anni ho dato tutto quello che potevo dare e posso dire solo belle cose».